Caos in Parlamento per la questione della castrazione chimica e codice rosso. Ma cosa è successo?
Le donne dell’opposizione hanno avuto una reazione molto dura in merito al rinvio del revenge porn e alla questione della castrazione chimica. Vediamo insieme cosa è successo.
Revenge Porn
Nella serata di ieri in Parlamento si è potuto assistere ad un vero e proprio assalto ai banchi dell’Esecutivo. Come si evince da Ansa, le deputate dell’opposizione hanno dimostrato tutta la loro ira in merito al rinvio del revenge porn sul disegno di legge del cosiddetto “codice rosso”.
Stefania Prestigiacomo fa sentire la sua voce, mentre i commessi la bloccano e il Presidente Fico cerca di rimettere l’ordine all’interno dell’aula: neanche a dirlo la seduta è stata immediatamente sospesa.
Questa insorgenza da parte delle deputate ha fatto così rinviare l’esame del disegno di legge a martedì all’interno dell’Aula della Camera. Luigi di Maio ha asserito:
“martedì si deve votare sul revenge porn, un primo passo per poi passare anche alla legge depositata in parlamento”
Castrazione chimica
La maggioranza si vede però divisa in merito al discorso della castrazione, introdotto da Matteo Salvini in merito ad alcuni gravi casi da valutare. Su questa proposta si vedono dubbiosi alcuni esponenti del M5S contestando proprio la proposta, che non dovrebbe quindi diventare un’azione obbligatoria.
Il ministro della pubblica istruzione Giulia Bongiorno – su Sky Tg 24 – ha rimarcato che questa azione è una forma di trattamento terapeutico, che in caso di necessità deve essere proposta ma non obbligatoria per il soggetto. Nonostante la violenza sessuale sia
“un atto schifoso”
Il trattamento deve essere una sorta di scelta e bonus per chi vorrà anche una sospensione o riduzione della pena. La Lega va avanti e presenterà un emendamento al codice rosso al fine di introdurre anche questa parte da valutare con attenzione.