In una giornata di sole l’enorme piazza della città veneta è diventata campo di battaglia tra bande rivali di ragazzini.
L’episodio padovano è l’ultimo di una serie di episodi di violenza che da inizio pandemia vendono protagonisti i più giovani.
L’appuntamento per prendersi a pugni
Era il pomeriggio di sabato scorso, ancora assolato e caldo. Al tramonto mancava ancora una manciata d’ore.
Così, a Padova, un po’ di gente si è sparsa sull’ampio Prato della Valle per sgranchirsi le gambe e godere del tepore quasi primaverile.
Ma improvvisamente gli astanti sono stati disturbati dal sopraggiungere di centinaia di ragazzini che, a mani nude, hanno preso a combattere.
I motivi di tanta aggressività non sono ancora chiari. Sicuramente l’incontro non è stato improvvisato.
Si tratterebbe di gruppi rivali che hanno sfoggiato e provato la propria forza muscolare per il riconoscimento di un primato tra clan di coetanei.
Sarebbe stato un appuntamento preceduto da una valanga di messaggi per stabilire i dettagli minimi dello scontro (luogo e orario) che avrebbero coinvolto migliaia di contatti whatsapp finendo anche sui canali social.
Gli adolescenti provenivano da Padova e dalla zone limitrofe.
Va da sé che i ragazzini, intenti a darsene di santa ragione, non hanno prestato la minima attenzione alle norme anti-covid.
A placare il tafferuglio sono intervenuti uomini e donne della questura.
Le prove del tafferuglio
Come di prassi ormai, a fornire un cospicuo materiale video per le indagini sono stati gli stessi ragazzini.
Chi non s’era impelagato nella zuffa, lungi dal tentare di fermala, ha preferito firmala. Così, alle riprese dei reporter delle bande dei rissosi, si aggiungono quelle comunali che sorvegliano il famoso Prato.
Sebbene non risultino arrivi nei pronto soccorso della città, le immagini mostrano una grande violenza, calci e pugni inferti con ferocia, che avrebbero potuto portare a conseguenze gravi.
Pertanto i più aggressivi dovranno rispondere ad accuse penali.
Intanto, tra i maneschi protagonisti dell’azzuffata, le forze dell’ordine hanno individuato alcuni volti a loro già noti.