Il pestaggio sarebbe avvenuto nel 2018. Il più piccolo dei fratelli Bianchi è indagato anche per aver picchiato un indiano.
A carico di Marco e Gabriele sono aperti altri 7 fascicoli giudiziari.
Marco Bianchi indagato per un altro pestaggio
I fratelli Bianchi, due dei quattro indagati per la morte di Willy Monteiro Duarte, erano già noti alle forze dell’ordine per altri pestaggi. È quanto emerso nelle indagini sull’omicidio del 21enne di Paliano, ucciso di botte la notte tra il 5 ed il 6 settembre scorso, all’uscita di un locale a Colleferro, periferia di Roma.
Come riferisce anche Tgcom24, Marco Bianchi, il più piccolo dei due fratelli, andrà a processo per rispondere di un’altra aggressione ai danni di un giovane bengalese. Il pestaggio risale al primo maggio del 2018, quando Marco, insieme ad altri giovani, picchiò il giovane bengalese.
Un’aggressione avvenuta per futili motivi. In quell’occasione, Marco era insieme ad altri amici, che ora sono tutti imputati nel processo.
Sette fascicoli aperti a carico dei fratelli Bianchi
Intanto, proseguono le indagini sugli altri pestaggi messi in atto dai due fratelli, esperti di arti marziali, ora in carcere per l’omicidio del giovane Willy. Marco e Gabriele hanno in totale sette fascicoli pendenti a loro carico.
Nell’aprile dello scorso anno i due avrebbero pestato un indiano, che avevano investito mentre attraversava la strada. L’uomo aveva chiesto ai due fratelli:
“Siete pazzi?”
Parole che, evidentemente, Marco e Gabriele non sono riusciti ad accettare, tanto che hanno picchiato violentemente l’uomo che avevano già investito, causandogli lesioni importanti.
L’udienza per questo pestaggio, per lesioni aggravate dai futili motivi, è attesa per il 14 maggio del 2021.
Intanto, mentre le indagini sulla morte di Willy Monteiro proseguono, i 4 arrestati, tra cui i fratelli Bianchi, continuano a negare ogni responsabilità per la morte del ragazzo di Paliano.
La Guardia di Finanza, dopo accertamenti reddituali sulla situazione economica dei 4 giovani, ha chiesto ai magistrati il sequestro dei beni, indebitamente percepiti con il reddito di cittadinanza.