Coronavirus, “Più dimessi che ricoverati” : i dati incoraggianti da Bergamo

I dati provenienti da Bergamo riportano più dimissioni che contagi da coronavirus. Per i sanitari è un buon segno ma non si deve abbassare la guardia.

coronavirus, ospedale-immagine pixabay
croronavirus ospedale- immagine pixabay

La situazione dei contagi e dei ricoverati viene monitorata molto attentamente. A Bergamo per la prima volta risultano più persone dimesse dall’ospedale che ricoverate per coronavirus. Ecco come vanno interpretati questi dati secondo il direttore sanitario.

Più dimessi che ricoverati: è davvero un buon segno?

I dati incoraggianti che confermerebbero il miglioramento della situazione arrivano dall’Ospedale Papa Giovanni XXIII.
Sono stati registrati infatti 26 pazienti dimessi contro i 20 ricoverati, ed è la prima volta che accade dallo scoppio dell’emergenza sanitaria in quella che è tutt’ora la zona più colpita.

Non solo, anche i decessi sono calati come rivela l’Eco di Bergamo analizzando le pagine dei necrologi che in questi giorni si sono dimezzate.

A far luce su questi dati interviene Fabio Pezzoli, il Direttore Sanitario confermando il significato positivo che si può dedurre anche dalla tipologia delle patologie per cui si accede al pronto soccorso.

Non più solo ricoveri per coronavirus infatti ma anche un numero di altre patologie che sembra riportare la situazione a numeri normali.

“E’ un segnale..ma la guardia deve restare alta”

Afferma Pezzoli e aggiunge che è necessario evitare il calo d’attenzione che porterebbe ad una risalita dei contagi.

“Bisogna restare sulle barricate”

Ammonisce il Direttore Sanitario.

Gli ultimi dati sul contagio in Italia

Secondo l’ultimo bollettino della Protezione Civile risalente ad ieri 2 aprile le vittime sono aumentate di +760 ed i guariti sono saliti a +1431.

In Lombardia pare confermarsi il rallentamento sugli ospedalizzati anche se a Milano invece i numeri appaiono aumentati.
Il numero dei medici deceduti arriva a 71.

Mentre l’Oms annuncia l’arrivo del picco dei contagi, per Angelo Borrelli bisognerà prolungare la chiusura delle attività più in là della scadenza del 13 aprile data dal Governo:

“A casa anche il primo maggio”

Ha dichiarato infatti il capo della Protezione Civile.

Gli fa eco Brusaferro dell’ Iss che afferma:

“Nessuna zona d’Italia è esclusa dai contagi”.

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