In Francia vengono attivati più di 250 protocolli per sospetta positività al coronavirus al giorno. Cresce l’ansia anche in Italia fra i genitori.
Sarebbero 22 gli istituti scolastici costretti a chiudere in Francia a causa di alcuni studenti positivi al coronavirus. A dare questa terribile comunicazione direttamente il Ministro dell’Educazione francese, Jean-Michel Blanquer.
Le scuole in Francia erano state riaperte solamente 3 giorni fa
Le scuole in Francia erano state riaperte solamente martedì ed in meno di 3 giorni sono state già costrette ad una nuova chiusura 22 scuole e ben 100 classi per alcuni casi di positività. Come spiegato da Blanquer e riportato da Tgcom 24:
“Su 60mila scuole, sono 10 quelle sigillate sul territorio francese in Europa, mentre 22 a La Reunion”.
Inoltre il ministro ha confermato che se anche per ora sono 100 le classi costrette a chiudere, questa situazione potrebbe cambiare da un momento all’altro. A conferma di ciò, sono, infatti, circa 250 i protocolli per sospetta positività che vengono effettuati quotidianamente.
I genitori italiani nutrono ancora forti dubbi sul rientro in classe
Ad ogni modo Blanquer ha tranquillizzato la situazione dichiarando come i casi sospetti fossero esterni alla scuola, e come un loro contagio si avvenuto prima del rientro in classe. Decisamente più preoccupati, invece, i genitori italici i quali con ancora l’incertezza che regna sovrana sull’argomento scuola non si sentono affatto sicuri.
A fornire queste informazioni sarebbe una ricerca effettuata da Ipsos e rilanciata da Save the Children. L’indagine è stata condotta dal 4 al 18 agosto ed ha coinvolto un totale di 2370 persone. Quest’ultime, nel corso dell’indagine, avrebbe mostrato maggiore preoccupazione sulla modalità di ripresa.
Un timore condiviso dal 60% degli intervistati. Per quasi la metà di genitori, invece, il rischio maggiore riguarda il distanziamento di almeno un metro tra gli alunni. Solo un 37%, invece, infine, avrebbe difficoltà in caso di variazioni dell’orario scolastico a causa di incompatibilità con il lavoro.