Secondo i dati di una recente ricerca, sembrerebbe calato il tasso di mortalità tra coloro che arrivano in terapia intensiva per il covid.
Il risultato è dovuto ai progressi fatti nel trattamento contro il covid.
I dati della ricerca
Le affermazioni che portano conforto nel viaggio in uscita dalla pandemia vengono da alcuni ricercatori.
Dai loro dati è emerso come la percentuale delle morti da covid sia scesa dal 60% dell’inizio pandemia, al 36%, di ottobre.
I dati sono arrivati analizzando i risultati di 52 studi effettuati in tutto il mondo che hanno coinvolto 43.128 pazienti, i risultati sono apparsi sulla rivista medica “Anesthesia”.
Come riferisce il quotidiano Leggo, il dossier relativo allo studio viene riportato dal Guardian, un sito Web di notizie e media britannico.
Gli autori della ricerca sono specializzati che operano nella terapia intensiva o anestetici e hanno lavorato sotto la guida del professor Tim Cook, del Royal United Hospital di Bath.
Tuttavia, gli stessi medici mettono in guardia in quanto l’emergere di nuove mutazioni del coronavirus potrebbero portare ad un rialzo dei tassi di mortalità.
Inoltre la campagna di vaccinazione che si sta portando avanti a livello mondiale potrebbe diminuire le persone in terapia intensiva.
Anticorpi monoclonali
Molti medici hanno riposto grandi speranze riguardo i trattamenti farmacologici che utilizzano gli anticorpi clonali.
Si tratta del tipo di medicinale inoculato in dosi massime all’ex Presidente Usa Donald Trump, che potrebbe aver avuto un ruolo importante nelle sua guarigione.
Tuttavia in merito a questo gli scienziati inglesi hanno evidenziato che gli anticorpi monoclonali, in realtà non stanno dando le risposte sperate contro le mutazioni del virus, ad esempio come quelle conosciute in Sud Africa e Brasile.
Secondo quanto affermato da Nick Cammack, consulente di ricerca e sviluppo, alla guida dell’acceleratore terapeutico Covid-19 di Wellcome:
“Sono derivati dalla clonazione di un globulo bianco umano e imitano gli effetti del sistema immunitario. Ma i cambiamenti del virus nelle varianti dello stesso eliminano questi anticorpi”.
I farmaci con anticorpi monoclonali sono attivi contro il virus primario e vengono impiegati sia negli Stati Uniti che in Europa. Ai ricercatori ora non resta che trovare parti “conservate” del virus che non mutano per puntare agli anticorpi.