La drammatica proiezione è di Paolo Finocchiaro, ricercatore e fisico di origine siciliana.
Il timore è quello di una brusca impennata dei decessi, se le condizioni di contagio resteranno quelle attuali.
L’allarme di Paolo Finocchiaro
Una proiezione funesta quella fatta dal ricercatore catanese, Paolo Finocchiaro. Il fisico siciliano, dalle colonne di Repubblica, ha annunciato che, se nelle prossime settimane la curva dei contagi non dovesse arrestarsi, a dicembre raggiungeremo i 1.200 decessi al giorno.
Numeri da record, che supererebbero anche il periodo più buio vissuto dal nostro Paese dall’inizio della pandemia, quando il numero più alto di vittime registrate nell’arco di 24 ore era stato di 960.
L’allarme di Finocchiaro è chiaro e preciso: le restrizioni ed i provvedimenti adottati dal governo centrale non hanno mai effetto immediato, ma sempre un ritardo di 5 giorni, nel caso della diminuzione dei contagi, e 10/15 nel caso invece della diminuzione dei decessi.
Il grafico dei contagi parla chiaro, spiega Finocchiaro. Il fisico spiega infatti come si muove la curva: inizialmente si vedono gli effetti del lockdown, dopodiché la riapertura. Nei mesi estivi la curva è di nuovo in crescita per fermarsi ad inizio settembre, per poi riprendere, attualmente, la crescita con lo stesso ritmo dei primi mesi della pandemia, febbraio-marzo.
La conseguenza delle mancate restrizioni in estate
La considerazione di Finocchiaro è quindi che, se è pur vero che in queste ultime settimane sono stati eseguiti molti tamponi, è anche vero che:
“Se la pendenza è la stessa il contagio continuerà a crescere allo stesso ritmo. E così i morti. Quasi tutti continuano a dire che i numeri sono seri ma non ancora preoccupanti. Mi permetto di dissentire”.
Qualsiasi modifica conseguente alle restrizioni governative non ha mai effetto immediato, ma sempre in differita di circa due settimane.
È evidente quindi che i primi effetti del semi-lockdown in vigore ora nel nostro Paese avrà le sue prime conseguenze quando i morti avranno già toccato la cifra dei 300 decessi al giorno.
Per questo motivo, se l’andamento della curva resterà lo stesso, si avranno 1.200 morti al giorno tra poco più di un mese.
“Si doveva intervenire a luglio e agosto. Ci sarebbe voluta una massiccia presenza dello Stato, bonario ma rigoroso”
spiega Finocchiaro.