Iniziano a fioccare le ipotesi del nuovo Dpcm di Natale. Mentre le regioni chiedono la riapertura, Boccia parla di coprifuoco.
Se le piste da sci non dovessero riaprire con il Dpcm di Natale, alcuni governatori chiedono la chiusura delle frontiere.
Vari punti al vaglio del Governo
Nel nuovo Dpcm di Natale che dovrebbe essere reso noto a partire dal 3 dicembre, dovrebbero essere contenute alcune delucidazioni su punti fondamentali.
Tra questi, la scuola. Alcune governatori regionali, infatti, chiedono che i licei non vengano riaperti prima di Natale ma soltanto dopo la fine delle vacanze, il 7 gennaio. La Azzolina proponeva un ritorno sui banchi al 9 dicembre, per lo meno nelle regioni gialle.
Il Ministro Boccia, invece, ha messo sul tavolo l’ipotesi di anticipare la messa della Vigilia di Natale. La sua affermazione, riportata da Ansa è stata:
“Non è eresia far nascere Gesù due ore prima o seguire la messa due ore prima. Il natale non si fa con il cronometro ma è un atto di fede”
Un buon esempio, secondo Boccia, è stato Papa Francesco, in occasione della scorsa Pasqua. L’affermazione è stata posta dall’esponente del Pd nel corso della video conferenza con gli Enti Locali.
Sciare sì, sciare no
Alcuni governatori delle regioni del Nord avrebbero chiesto di chiudere le frontiere per limitare la concorrenza. Se gli impianti sciistici non possono aprire, infatti, verrebbe a mancare un comparto economico importante per l’Italia.
Probabilmente, si potrà parlare di una riapertura dopo Natale ma, comunque, l’allerta resta alta. In ogni caso, saranno garantiti ristori per tutti coloro che non riusciranno a riaprire. In questo momento, la salute è più importante.
Per decidere le sorti del Dpcm di Natale, a Palazzo Chigi, si attendono i dati sul livello del contagio. Per questo motivo, un nuovo vertice, sarà convocato per domani mattina, 27 novembre, alle ore 10:30.