Emergenza Coronavirus: aiutare il Made in Italy per contrastare la recessione
Pronte 716 milioni di risorse economiche per fare fronte all’emergenza coronavirus, che sta mietendo vittime e sta avendo effetti negativi sull’economia nazionale.
Ad annunciare la messa a disposizione del plafond è lo stesso Luigi Di Maio, che ha annunciato:
“Tra i modi in cui saranno spesi ci saranno il credito alle imprese e una campagna straordinaria di comunicazione, oltre a tutte le informazioni per l’internazionalizzazione”.
I blocchi alle merci, ha spiegato il Ministro degli Esteri, sono del tutto inaccettabili.
È davvero inaccettabile che i Paesi importatori di merci italiane richiedano bollini di garanzia.
Lo stanziamento di risorse giustifica l’imminente crisi economica nazionale che affosserà del tutto tantissimi settori “core” italiani.
Anche a livello mondiale lo scenario economico non è del tutto roseo.
Non si tratta solo di una crisi sanitaria, ma di una vera e propria crisi economica che “fa paura” e sta mettendo a rischio il mercato del lavoro.
Coronavirus e recessione economica: metà del PIL nazionale è a rischio
A seguito dei numerosi casi di contagio da coronavirus adesso si fa un bilancio economico.
Se il virus cinese dovesse diffondersi a dismisura in tutte le regioni del Nord italiano e durasse fino alla fine di marzo, è possibile che più della metà dell’economia italiana si stoppi.
A sottolinearlo è il Report dell’Ufficio studi della Cgia Mestre.
In Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Liguria viene prodotta più della metà del PIL italiano.
Se si ferma “metà motore” dell’economia italiana si rischia di “bruciare” milioni di posti di lavoro e di mettere a rischio la produzione ed il settore terziario.
Ad aggiungersi è anche il danno alla reputazione ed all’immagine delle merci e dei prodotti italiani, da sempre i buoni “Ambasciatori” della nostra economia tricolore.
“Il danno di immagine provocato al nostro Paese dal Coronavirus è alquanto pesante. Molti settori produttivi sono già allo stremo”,
sottolinea il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo.