Il moto marino è forse la fonte rinnovabile del futuro per l’energia pulita. Esso è perpetuo, infinito e non cesserà mai: vediamo come potrebbe essere sfruttato
Il solo moto perpetuo è quello del mare e diventa energia pulita. Il vento può fermarsi ed il sole invece può essere nascosto dalle nuvole.
A sfruttare il moto delle onde è stato il matematico Michele Grassi, che ha deciso di lasciare il suo lavoro fisso alla Normale di Pisa. Ha deciso d’ideare la startup H24, che ha creato cassoni da posizionare sul fondo del mare.
Producono energia grazie al movimento ottenuto dalla pressione delle onde. Stando sui fondali marini, sono invisibili dalla costa e soprattutto non inquinanti.
Investendo circa venti miliardi d’investimenti il nostro paese potrebbe coprire il 20% del nostro fabbisogno energetico, il tutto in maniera sostenibile e a zero emissioni. Questi risultati, coprendo meno di un settimo delle nostre coste portando l’uso delle rinnovabili dal 30% al 50%. I cassoni sono moduli di circa 25 metri, protetti in modo che gli animali o i sub possano subire danni.
Sfruttare il mare per produrre energia
Ogni energia nasce da un lavoro che viene impresso a parti mobili, impiegando una particolare fonte.
Ovviamente questo ciclo porta a delle dispersioni che vengono espresse come rilascio di calore. Questa conversione vede dei carburanti più efficienti di altri: il moto dell’acqua il migliore sotto questo punto di vista, dato che converte in energia elettrica circa il 50% del lavoro, mentre qualsiasi altra conversione al massimo non supera il 33%. Per esempio un motore termico di un’auto a benzina arriva al 25%, mentre un pannello solare non va oltre il 18%.
Per com’è conformata la nostra nazione, questo metodo di produzione d’energia green sarebbe davvero auspicabile. Abbiamo circa 7.600 km lineari di coste, dove potremo installare questi cassoni molto facilmente. Potremo acquistare meno energia elettrica dall’estero, riducendo i costi e le emissioni.
Inoltre, non si toglierebbe terra all’agricoltura con campi di pannelli solari o pale eoliche che proprio green non sono, dato l’inquinamento acustico che son in grado di produrre (cosa spesso dimenticata) e la ben poca efficenza.