Flavio Insinna dopo il successo dell’Eredità, è stato chiamato dall’Arma dei Carabinieri. Poche ore fa ha raccontato le forti emozioni provate
Un Flavio Insinna emozionato quello che abbiamo visto presso i Carabinieri di Taormina. Il conduttore ha spiegato anche sui social il motivo che l’ha spinto a presentarsi presso la caserma.
Flavio Insinna dai Carabinieri di Taormina
Un altro gesto che testimonia la sensibilità del presentatore. Il conduttore de L’Eredità ha avuto una giornata molto impegnativa ieri. Flavio Insinna ha voluto presenziare, infatti, ad un evento che ha voluto la sua eccezionale presenza. Il presentatore ha rivelato che la scelta di presenziare all’evento per celebrare l’Arma sia stato ponderata in base alle parole del suo babbo che gli disse in passato:
«Figlio mio, guarda sempre dietro di te, può esserci qualcuno che ha bisogno di aiuto. Così mi diceva mio padre. Ed è grazie a questo esempio, grazie a ciò che mi ha insegnato la mia famiglia, se oggi sono qui».
Proprio queste parole di papà Salvatore hanno portato il conduttore a Taormina, dove questa sera condurrà “Note musicali sotto le Stelle” , l’evento benefico organizzato dal Comando Interregionale Culqualber dell’Arma dei Carabinieri per diffondere un messaggio di impegno e solidarietà sano e sincero. Il ricavato è infatti destinato agli orfani dei carabinieri caduti in servizio.
Flavio Insinna e l’uniforme, un lungo rapporto non solo artistico
Il concerto tenutosi è stato interamente affidato ad un cast di militari che dentro la divisa hanno un’anima artistica. Sul palco del teatro antico di Taormina, è arrivato però anche Flavio Insinna che in passato per lavoro ha più volte indossato l’uniforme dell’Arma nei panni del mitico capitano Anceschi della serie “Don Matteo”, realizzando in tv un sogno che non aveva potuto coronare nella realtà essendo figlio di un ex militare:
«Mio padre era siciliano (la sua perdita è narrata nel libro “Neanche con un morso all’orecchio” del 2012, ndc). Tra le cose che mi ha insegnato c’è il valore del dono. Donarsi agli altri è fondamentale in un mondo che tira su i muri col filo spinato.
Non poteva mancare anche un pensiero all’amico recentemente scomparso:
Ho colto la dolcezza di questa richiesta, la possibilità di dare una mano, ed eccomi qui. Noi abbiamo avuto tanto e dobbiamo restituirlo. La felicità vera è condivisa, quella individuale non mi interessa. Credo davvero che l’altro alla fine puoi essere tu. Ed era ciò che credeva anche il mio amico Fabrizio Frizzi».
Flavio ha dimostrato ancora una volta di essere molto sensibile verso i più bisognosi, non solo in maniera astratta o con parole che purtroppo spesso in questo mondo restano astratte:
«Mio padre era ufficiale medico della Marina, mi ha insegnato il valore del soccorso in mare. Mi regalò una barca e mi disse: usala con i tuoi amici, ma fai in modo di riportare sempre tutti a casa. E ho donato la mia barca, che si chiamava Roxanna come mia madre, pensando che anche io, se mi trovassi in mare e ne avessi bisogno, vorrei essere aiutato. I Care, io ci tengo.
Insinna ha concluso:
Qui oggi con l’Arma dei Carabinieri, e, con lo stesso spirito, portando uno spettacolo nelle scuole, perché prevenire è meglio, o in carcere, perché recuperare è sempre possibile. O anche in teatro, che per me non è un ripiego o un passatempo, ma uno dei regali più belli».