George Floyd non è morto per asfissia. A rivelarlo l’autopsia sul cadavere del 46enne, deceduto dopo un fermo della polizia.
Intanto, è finito in carcere, con l’accusa di omicidio colposo, il poliziotto che ha immobilizzato George Floyd.
In manette l’agente che lo ha fermato
È stato arrestato l’agente di polizia che lo scorso 25 maggio ha immobilizzato George Floyd, afroamericano di 46 anni, morto dopo il fermo.
Derek Chauvin, 19 anni di carriera alle spalle e almeno una decina di denunce per episodi di razzismo, lo ha tenuto immobilizzato, premendogli il ginocchio sul collo per 9 minuti.
All’arrivo dei soccorsi, il 46enne era già morto. In un video girato da una donna, si sente George Floyd implorare Chauvin perché gli togliesse il ginocchio dal collo.
I poliziotti coinvolti nel fermo del 46enne sono stati tutti licenziati.
L’agente di polizia Derek Chauvin è stato arrestato con l’accusa di omicidio colposo.
Pare che la vittima e Chauvin si conoscessero, per aver lavorato insieme come buttafuori in un locale della città. A testimoniarlo Andrea Jenkins, vicepresidente del consiglio comunale di Minneapolis.
L’agente di polizia aveva alle spalle almeno una decina di denunce, ma mai nessun provvedimento era stato adottato nei suoi confronti. Solo in un caso gli era giunta una lettera di richiamo.
L’autopsia su George Floyd
Come riferisce anche Fanpage, l’autopsia sul corpo di George Floyd ha escluso la morte per asfissia e per strangolamento. La famiglia del 46enne però ha chiesto un nuovo esame.
I familiari si sono infatti rivolti al medico Michael Baden affinché si occupi della seconda autopsia.
Intanto, non si fermano le proteste negli Stati Uniti. Un 19enne è stato ucciso a Detroit, dopo essere stato colpito da diversi colpi di pistola esplosi da un’auto in corsa.
Nella notte, alcuni manifestanti hanno colpito il quartier generale della Cnn, lanciando oggetti contro le forze di polizia.