La giornata mondiale dell’Ambiente appena conclusa ha come tema la biodiversità. Il pericolo viene ancora ignorato.
La giornata mondiale dell’ambiente 2020 ha avuto come tema la biodiversità che passa anche dalla mitigazione dei cambiamenti climatici. La 46esima edizione ha come motto “Time for nature” che tradotto letteralmente dice è il momento per la Natura. Non possiamo far a meno di proteggere la natura, la sola in grado di purificare l’aria e produrre energia.
La manifestazione
Ogni 5 giugno dal 1974 si celebra la giornata mondiale dell’ambiente, che mira a farci prendere maggiore coscienza delle problematiche ambientali. Quest’anno si parla di biodiversità e l’Onu afferma che è:
“la base che sostiene tutta la vita sulla terra e sott’acqua […] ogni aspetto della salute umana, fornendo aria e acqua pulita, cibi nutrienti, conoscenze scientifiche e fonti di medicina, resistenza naturale alle malattie e mitigazione dei cambiamenti climatici. La modifica o la rimozione di un elemento di questa rete, influisce sull’intero sistema di vita e può produrre conseguenze negative”.
Le azioni dell’uomo devono tener conto della tutela dell’ambiente, dobbiamo cercare di ridurre il nostro impatto ambientale, riducendo i cambiamenti climatici. Se non cambiamo il nostro stile di vita, non potremo sostenere più tutti: a questo ritmo servirebbe 1,6 terre per sostenerci.
Una delle conseguenze della biodiversità potrebbe essere il collasso dei sistemi alimentari e sanitari. La presenza del covid 19 o alte malattie dovrebbe farci riflettere: un miliardo di casi di malattia e milioni di morti, nascono da un virus della famiglia coronavirus. Il 75% delle malattie infettive che stanno emergendo nell’uomo sono zoonotiche, cioè trasmesse dagli animali all’uomo.
Emergenze ambientali degli ultimi anni
- Novembre 2018 – riduzione della presenza d’insetti: crollo degli insetti impollinatori, con una riduzione del 75% con un danno di 235 miliardi di dollari e minor quantità di cibo.
- Maggio 2019 – Rapporto Ipbes: redatto da un’agenzia dell’ ONU, si chiama “Global assessment report on biodiversity and ecosystem services”. Il 75% dell’ambiente terrestre e il 66% dell’ambiente marino, hanno subito modifiche a causa dell’intervento dell’uomo, mettendo in pericolo la sopravvivenza di un milione di specie.
- Estate 2019 – incendi in Amazzonia: distruzione inimmaginabile causata da oltre 200.000 roghi, con la sparizione di oltre, avvicinandosi al pericoloso 25% di distruzione, punto di non ritorno.
- Settembre 2019 – Artico rovente: il nuovo report dell’Ipcc dal titolo “Oceani e criosfera in un clima che cambia” ha certificato l’aumento delle temperature medie stagionali di 6°C nell’artico. Questo porta alla riduzione del ghiaccio ad una velocità eccessiva.
- Novembre 2019 – inondazione a Venezia: come dimenticare la città completamente sommersa? Il rischio è che queste scene diventino sempre più frequenti. Se non agiamo entro il 2100 potremo avere un rialzo nella laguna fino a 85 cm.
- Novembre 2019/gennaio 2020 – incendi in Australia, Indonesia, Congo: i devastanti incendi hanno distrutto solo in Australia 11 milioni di ettari, una zona grande come il Portogallo, uccidendo persone e oltre 1 miliardo di animali
- Dicembre 2019/gennaio 2020 – invasione delle locuste: sciami di locuste hanno invaso il Corno d’Africa, a causa dell’anomala crescita della vegetazione.
- Febbraio 2020 – sbiancamento dei coralli: potrebbe essere la morte dei coralli? A causa dell’innalzamento delle temperature rischia di far morire uno degli habitat più ricchi di biodiversità. Essa è in grado di garantire la sussistenza a decine di milioni di persone.
- Marzo 2020 – altissime temperature nell’Antartide: si è registrata la temperatura di 18.3 gradi. Questo ha portato alla fusione dello strato superficiale di ghiaccio, arrivando al picco della perdita del 20%.
- Marzo 2020 – incapacità delle foreste tropicali d’assorbile la CO2: anche grazie agli incendi, la capacità delle foreste tropicali di assorbire anidride carboni ha avuto una riduzione di un terzo rispetto agli anni ’90.
- Maggio/Giugno 2020 incidente in Siberia: si ha avuto un brutto incidente, dove da un serbatoio sono usciti 20.000 tonnellate di petrolio.