I giovani ad Hong Kong annunciano per domenica una manifestazione colossale con più di 2milioni di persone.
Si teme la reazione della Cina. Ecco cosa sta succedendo
La protesta di Hong Kong non si placa, i ragazzi promettono non violenza ma si teme una strage.
I giovani e la protesta di Hong Kong
Il 9 giugno la protesta nata dalle associazioni di avvocati e sostenuta dalle associazioni per i diritti umani sfocia il 14 luglio in una gigantesca manifestazione a cui prende parte circa un milione di persone, in maggioranza giovani.
Il motivo è il “no” all’approvazione della legge sull’estradizione voluta dal governo Cinese con cui si teme possa venire stravolto ingiustamente il sistema giudiziario.
In caso di arresto ad Hong Kong infatti sarebbe prevista l’estradizione a Pechino per subire in quella sede il processo.
Un fatto questo denunciato dagli oppositori come ingerenza del governo sul sistema giudiziario di Hong Kong e il non rispetto dei diritti umani dell’accusato.
La manifestazione nata pacificamente è poi degenerata in accesi scontri con le forze dell’ordine con barricate degli oppositori ed assalti della polizia con manganelli e spray al peperoncino come riporta il South China Morning Post.
La Cina in ginocchio pensa a come riemergere
Alla protesta dei giovani si unisce il 17 luglio la marcia degli anziani scesi in piazza per solidarizzare con i ragazzi,tra loro anche una famosa attrice cinese Deannie Ip.
Si conteranno decine di feriti tra cui anche un poliziotto e oltre quaranta persone arrestate.
La protesta a questo punto si sposta all’areoporto di Hong Kong dove i manifestanti si stanziano per una settimana provocando uno sciopero generale e la cancellazione di tutti i voli internazionali con enormi perdite economiche.
La polizia lunedì 12 agosto compie un’incursione per sgomberare gli occupanti e riaprire ai voli l’aeroporto ma la reazione dei ragazzi oppositori genera nuovi violenti scontri.
L’incubo del massacro di Tienanmen
La scena cinese e in particolare Hong Kong non è nuova a proteste alcune pacifiche alcune sfociate in scontri violenti e sanguinosi.
Già nel 2014 si ricordano i 79 giorni di occupazione della zona a nord dell’isola per la richiesta di elezioni libere da parte di quello che sarà ricordato come “il movimento degli ombrelli gialli” dal colore degli ombrelli aperti dai manifestanti per ripararsi dai lacrimogeni della polizia.
Ma indimenticabili e dolorose sono per tutta la popolazione mondiale le immagini degli scontri in piazza Tienanmen a Pechino.
Il 4 giugno 1989 al culmine della protesta della Primavera democratica cinese i carri armati inviati dal governo provocarono centinaia di morti.
Cosa farà questa volta il governo?
La Governatrice Carrie Lam ha intanto sospeso la legge sull’estradizione – come riporta La Stampa.
Ma la protesta è ancora in corso ed i giovani sostenuti dal resto della popolazione hongkonghese stanno organizzando una gigantesca manifestazione che dai proclami ha intenzioni pacifiche in programma domenica prossima per chiedere libertà e democrazia.
Mentre l’UE chiede di interrompere le violenze, il governo cinese accusa l’Occidente e l’America in testa di alimentare le proteste e potrebbe decidere nelle prossime ore di inviare le forze dell’Esercito.
Nessuno può scordare la foto dello studente che solo e disarmato si pone davanti ai carri armati per impedirne l’avanzata.
In questo anno in cui ricorre il trentennale della strage di Tienanmen nessuno vorrebbe vederne ancora.