Pietro Genovese è accusato di duplice omicidio stradale per la morte di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli.
Per lui, il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 5 anni di carcere. Le famiglie delle due vittime e quelle del 21enne si sarebbero scambiate messaggi durante l’estate.
L’incidente di Corso Francia
Era da poco passata la mezzanotte del 22 dicembre 2019, quando quando le due amiche Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann furono travolte da un’auto in Corso Francia a Roma.
Alla guida dell’auto che investì ed uccise le due adolescenti c’era Pietro Genovese, figlio del noto regista Paolo. Il giovane, che quella notte era in macchina con altri due amici, risultò positivo all’alcoltest.
Gli amici del ragazzo, interrogati dagli inqurenti, raccontarono che le due vittime erano sbucate fuori dal nulla e sarebbe stato impossibile vederle. Altri testimoni raccontarono invece di aver visto Gaia e Camilla attraversare vicino al semaforo, altri ancora che le 2 erano lontane dalle strisce e che avevano scavalcato il guardrail.
Pietro Genovese lo scorso dicembre finì agli arresti domiciliari, con l’accusa di duplice omicidio stradale.
Lo scorso giugno la Procura ha rigettato la richiesta di patteggiamento a due anni e sei mesi avanzata dai due legali di Pietro Genovese.
La richiesta del Pm
Come riferisce anche Il Messaggero, il pm ha chiesto 5 anni per Pietro Genovese, il giovane accusato del duplice omicidio stradale.
Tra le famiglie delle vittime e quelle del ragazzo che quella drammatica notte le investì, ci sarebbe stato uno scambio di messaggi, confermati dallo stesso legale della famiglia Romagnoli.
Il processo si sta svolgendo con rito abbreviato. Le perizie successive all’incidente accertarono che Pietro Genovese viaggiasse a 90/95 Km orari.
“Sono partito con il semaforo verde e non ho visto le due ragazze attraversare. Ma non volevo uccidere nessuno né volevo scappare. La mia vita è distrutta”
ha ribadito l’imputato davanti al gup Sturzo.