Nella solenne giornata della domenica delle palme Makassar è stata colpita da un attentato. A provocarlo due criminali. Sarebbero voluti entrare all’interno della struttura religiosa, invece hanno disinnescato gli ordigni di cui erano rivestiti all’ingresso della chiesa.
Sono arrivati in sella a una motocicletta e in gran velocità diretti verso il bersaglio. Sono deflagrati contro il cancello di accesso alla cattedrale.
Domenica di dolore
I kamikaze sono morti nel gesto estremo che dovrebbe conferire loro la santità, secondo il fondamentalismo islamico.
La città in cui l’attacco è avvenuto è Makassar, la capitale della provincia del Sulawesi meridionale.
Il giorno prescelto è uno dei più importanti nella liturgia di cattolici e ortodossi.
Nell’esplosione, oltre al decesso dei due artifici, si contano almeno 14 feriti: 9 passanti e 5 fedeli appena usciti dalla chiesa dopo aver preso parte alla funzione religiosa.
Intanto sono iniziate le indagini, a partire dai resti umani degli attentati, per individuarne l’identità.
Il Paese dove i Cristiani sono perseguitati
Il presidente Joko Widodo ha invitato alla calma la popolazione e ha condannato l’attentato in un intervento sulla televisione nazionale:
“Ho ordinato al capo della polizia di indagare a fondo sull’organizzazione dei sospetti e di smascherarla fino alle sue radici”.
È un problema annoso nel Paese a maggioranza mussulmana tra i più popolosi al mondo (ci sono circa 267 milioni di cittadini).
Le chiese sono spesso il bersaglio dell’odio legato al credo religioso.
Nel maggio del 2018 furono 13 le vittime dell’attentato sull’Isola di Giava. Allora le esplosioni avvennero in tre chiese e a rivendicarle fu l’Isis.
Ma l’attacco più sanguinoso è avvenuto nel 2002 sull’isola di Bali. Le vittime furono 202.
“Il terrorismo è un crimine contro l’umanità e non ha nulla a che fare con nessuna religione.”
Ha affermato Joko Widodo, invitando tutti, mussulmani e non, a pregare per la guarigione delle persone ferite.