Crollo del PIL di 12,8 punti percentuali, il peggiore dal 1955: è quanto mette in evidenza ISTAT.
Nel secondo trimestre del 2020 il PIL, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito del 12,8% rispetto al trimestre precedente e del 17,7% nei confronti del secondo trimestre del 2019.
La stima preliminare della variazione congiunturale del PIL diffusa il 31 luglio 2020 era stata del -12,4% mentre quella tendenziale del -17,3%.
Nel secondo trimestre dell’anno 2020 il calo del PIL è peggiore delle stime iniziali: ISTAT ha aggiornato la stima preliminare (che fissava la perdita del PIL a -12,4%).
Il nuovo dato vede una riduzione del 12,8% rispetto al trimestre precedente e del 17,7% nei confronti dello stesso periodo del 2019.
La variazione acquisita per il 2020 è pari a -14,7%.
Le probabilità di una nuovo peggioramento dell’economia sono confermate anche da un sondaggio condotto sui 235 membri della National Association for Business Economics (Nabe).
ISTAT, crollo PIL e contrazione di tutti gli aggregati economici
Rispetto al trimestre precedente, l’ISTAT conferma come tutti i principali aggregati economici sono in diminuzione, con riduzioni dell’8,7% per i consumi finali nazionali e del 14,9% per gli investimenti fissi lordi.
Le importazioni e le esportazioni si sono ridotte del 20,5% e del 26,4%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per -9,5 punti percentuali alla contrazione del PIL, con -2,6 punti degli investimenti fissi lordi, -6,7 punti dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private e -0,2 punti della spesa delle Amministrazioni Pubbliche.
L’ISTAT registra trend congiunturali negativi per il valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, con agricoltura, industria e servizi diminuiti del 3,7%, del 20,2% e dell’11%.
Secondo le stime preliminari dell’ISTAT, ad agosto l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un incremento dello 0,3% su base mensile e una riduzione dello 0,5% su base annua.
ISTAT: in crescita prezzi dei beni alimentari
In crescita i prezzi sia dei beni alimentari lavorati (da +0,6% a +0,8%) sia dei beni non lavorati (da +2,5% a +2,0%).