Il mistero della morte di Jessica Mantovani, la 37enne di Gavardo si infittisce per i risultati dell’autopsia e il ritrovamento di tracce di sangue in casa dell’amico Giancarlo.
Quarto Grado ha cercato di far luce sul caso della povera Jessica Mantovani ritrovata morta in un canale della centrale idroeletrica di Gavardo con nuove prove e testimonianze. L’autopsia conferma l’ omicidio e gli inquirenti si concentrano su un amico 51enne.
Chi era Jessica Mantovani
La 37 enne Jessica Mantovani abitava vicino a Gavardo, in Provincia di Brescia con i suoi genitori.
Proprio a Gavardo, incastrato in una grata di un canale della centrale Idroelettrica è stato ritrovato il suo corpo senza vita lo scorso 13 giugno.
Una prima ipotesi sulla morte della donna riguardava il suicidio, avvallato dai suoi trascorsi con alcol e droga, ma in questi giorni i risultati dell’autopsia non lasciano dubbi: Jessica è stata uccisa.
La donna già da anni conviveva purtroppo col il problema dell’abuso di sostanze e con molta probabilità questo l’aveva messa in contatto con persone poco raccomandabili come raccontato proprio dal padre.
Sul profilo Facebook di Jessica ci sono ancora le foto di una ragazza sorridente anche se con lo sguardo velato da un malessere interno, che però non ha mai intaccato la sua bontà, come riferiscono parenti e amici.
L’autopsia e l’ipotesi omicidio
Se inizialmente dunque, l’ipotesi suicidio era stata presa in considerazione con il procedere delle indagini gli inquirenti hanno colto molto particolari non congruenti che Quarto Grado ha analizzato nel dettaglio.
Innanzitutto la donna è stata trovata riversa nel canale con un cuscino accanto al corpo, poi ipotizzato possa essere servito per tamponare le ferite.
L’autopsia inoltre ha evidenziato una profonda ferita sulla sommità del cranio e, soprattutto i polmoni sono stati trovati privi di acqua dunque Jessica non è morta annegata in quel canale.
Il padre di Jessica proprio a Quarto Grado ha rivelato che la figlia tempo prima della morte gli aveva confessato di avere paura che qualcuno la uccidesse:
“Quando ho riconosciuto il cadavere ho ripensato a quell’episodio di un anno e mezzo fa”
“Un giorno si lasciò scappare una mezza frase, qualcuno l’aveva minacciata di farla fuori, mi disse.
Io non indagai perché non volevo forzarla”
Il sangue a casa di Giancarlo: le sue parole
Lo scenario che si sta delineando dunque parla inequivocabilmente di omicidio: la donna il 12 giugno si sarebbe fatta accompagnare dal padre a casa di un suo amico 51 enne Giancarlo Bresciani richiamando il genitore per farsi tornare a prendere dopo solo un’ora.
Questo fatto risulta strano subito al padre di Jessica che le chiede di aspettare una mezz’ora circa ma la donna dice che avrebbe fatto l’autostop.
Il fatto che avesse tanta fretta di rincasare è un fatto insolito per lei che si fermava spesso da Giancarlo come lui stesso ammette, per guardare film e stare in compagnia.
Ad insospettire ancora di più gli inquirenti poi sono state delle macchie di sangue trovate proprio a casa di Giancarlo, di fianco al letto.
L’uomo non pare per nulla preoccupato dalla situazione, sostiene di aver visto Jessica uscire da casa sua a piedi e di non averne più saputo nulla da allora.
Anzi alle telecamere dice di star vivendo questo periodo di indagini:
“Con allegria, pace all’anima sua ma io non ho fatto niente.
Quella sera eravamo soli, se n’è andata con le sue gambe ma i carabinieri non ci credono”“Io le volevo bene, era mia amica”.
Riguardo il sangue ritrovato in camera Giancarlo sostiene che possa essere sangue mestruale della donna ma risalente a molto tempo prima.
Gli inquirenti stano procedendo con ulteriori esami e interrogatori per capire se davvero quella sera i due fossero in casa soli e con chi e come Jessica si sia allontanata.