Kim Rossi Stuart, ‘E’ costretto al carcere’ il dramma familiare del regista denunciato all’AdnKronos
Classe 1969, Kim Rossi Stuart è uno degli attori più celebri e ammirati del panorama cinematografico, noto per aver recitato in numerose pellicole, e nei panni di Romualdo, protagonista della fortunata Serie Tv, Fantaghirò.
Nelle ultime ore, l’attore e regista italiano, è tornato al centro del gossip a causa del dramma familiare che attualmente sta vivendo. Un dramma denunciato dalla sorella di Rossi Stuart ad AdnKronos. Ecco cosa ha raccontato.
Kim Rossi Stuart: ‘E’ costretto al carcere’
Il nipote del regista, Giacomo Seydou Sy, 25 anni, figlio di Loretta Rossi Stuart, dopo aver scontato la sua pena in carcere, è costretto a rimanere tra le quattro mura di una cella in quanto all’interno delle Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza), non vi è più disponibilità di posto.
La denuncia, arriva direttamente dalla sorella dell’attore ad AdnKronos al quale rivela:
‘È arrivato al culmine. L’ho visto ieri, è una bomba pronta ad esplodere. Se ora commette una stupidaggine si rovina la vita per sempre’
La donna prosegue dichiarando che il ragazzo, il quale soffre di un disturbo bipolare, sogna un giorno di diventare un pugile di successo, una carriera attualmente difficile da perseguire, avendo un presente caratterizzato dall’abuso di sostanze stupefacenti e due arresti.
Loretta Rossi Stuart: ‘Diventerà ancora più pazzo’
Il nipote di Kim Rossi Stuart, ha attualmente scontato la sua pena e avrebbe diritto a trascorrere il suo ultimo anno all’interno di una Rems, ma come precedentemente accennato, scarseggiando i posti in queste strutture ad hoc, in attesa che si liberi, dovrà restare a Rebibbia:
‘È un internato da tre mesi è obbligato a stare in carcere, senza le cure adeguate, perché non c’è posto nella struttura alternativa dove dovrebbe andare. La lista d’attesa è pazzesca’
poi prosegue, denunciando il paese, il quale non sarebbe adeguatamente attrezzato per ospitare chi come suo figlio necessita di cure in strutture come le Rems:
‘Dopo la sacrosanta chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari e la svolta, indispensabile per un paese civile, verso la trasformazione in strutture più piccole dove i pazienti sono curati e non semplicemente rinchiusi, il problema è che queste strutture sono ancora pochissime! Nel Lazio sono 3-4, 80 in tutta Italia a fronte di un fabbisogno di 120’
La sorella del regista pone poi un amare riflessione, ovvero che notizie come queste non ‘fanno rumore’ in quanto ‘non interessa a nessuno’:
‘Non si può trattenere in carcere chi è stato destinato ad una struttura di cura, le Rems vanno potenziate, questo è il problema! Ma non fa audience, non attira like, non interessa nessuno, nonostante gli svariati episodi di suicidio avvenuti recentemente in carcere, erano giovani in attesa di ingresso in una struttura psichiatrica’
poi conclude:
‘Mio figlio è stato un mese in isolamento, da solo in una cella spoglia. Anche una persona sana va fuori di testa, figuriamoci chi ha problemi psichiatrici’