Si torna a parlare della tragedia in merito alla morte di Kobe Bryant, la figlia e gli altri ospiti dell’elicottero privato. Emergono le prime verità e del perché sia difficile recuperare i corpi
Kobe Bryant è morto insieme alla figlia e altri amici a causa dello schianto improvviso del suo elicottero privato. Emergono le prime notizie in merito a cosa sia accaduto e al recupero dei corpi.
Perché l’elicottero si è schiantato?
L’elicottero privato della leggenda della Nba era un ikorsky S-76 bi-turbina con produzione nel 1991. Un modello di un certo tipo visto che viene utilizzato anche in ambito militare e governativo, venduto nel 2015.
Lo schianto è avvenuto alle ore 10 orario di Los Angeles sulle colline, e i testimoni hanno evidenziato di aver udito uno strano suono provenire da uno dei motori. Una circostanza che gli esperti stanno valutando: proprio la Ntsb – ente americano che indaga sul questa tipologia di incidenti – è a lavoro per capire cosa possa essere accaduto.
La pista più seguita è sicuramente quella delle condizioni meteo. Nella mattinata di ieri infatti le colline erano nascoste da una fitta nebbia e la polizia non aveva fatto alzare in volo alcuno dei propri elicotteri. Lo riporta l’Associated Press sottolineando che questa scarsa visibilità possa aver completamente disorientato il pilota.
Come si evince, i responsabili della Torre di Controllo hanno evidenziato che il pilota ha contattato loro alle 9.30 per poi fare diversi giri per 15 minuti decidendo di puntare a nord e poi ad ovest. Il banco di nebbia fitta lo ha incontrato alle 9.40, per questo motivo ha puntato a sud: poi diverse manovre, essendo una zona montuosa – e lo schianto improvviso.
Il recupero dei corpi
I media riportano che il mezzo si è schiantato a 300 km/h sopra una collina all’altezza di 420 metri. Le condizioni di quel terreno stanno rendendo molto difficile il recupero dei corpi.
Tra le vittime anche l’allenatore di Baseball John Altobelli insieme alla moglie Keri e la figlia Alissya, amica della figlia di Kobe – anche lei vittima – di 13 anni. Non solo, come dichiarato dal sindaco di Costa Mesa tra le vittime c’è anche un’allenatrice di pallavolo femminile – Christina Mauser e suo marito, fondatore di una band famosissima nell’Orange County.