Luca Sacchi è stato massacrato prima di essere colpito alla testa da un colpo di pistola. I nuovi dettagli dell’autopsia hanno lasciato tutti senza parole
Luca Sacchi ha lottato prima che quel colpo alla testa lo uccidesse senza un motivo valido. Si aggiunge un altro dettaglio agghiacciante alla terribile vicenda
Alla ricerca dell’arma del delitto
Ci sono elementi che si stanno aggiungendo giorno dopo giorno, a seguito della commovente intervista rilasciata dal padre della vittima. Il ruolo della fidanzata è ancora incerto e nelle prossime ore verrà ascoltata nuovamente dagli inquirenti in qualità di testimone: non potrà mentire e dovrà dire tutto quello che è accaduto quella sera.
Al setaccio anche i tabulati telefonici dove sono stati trovati contatti tra l’amico di Luca e i due pusher ora in carcere. Tra i tanti dubbi resta quello dell’arma del delitto non ancora trovata.
Valerio Del Grosso ha indicato a Polizia e Carabinieri i luoghi dove poter ritrovare lo zainetto di Anastasiya, la mazza da baseball nera in acciaio e il bossolo. Ma la pistola utilizzata per uccidere il povero ragazzo di 25 anni non è ancora stata trovata – esattamente come i presunti contanti (2.000 euro) nascosti nel famoso zainetto.
Hanno nascosto tutto per bene o qualcuno ha aiutato loro?
Gli ultimi attimi di vita di Luca Sacchi
L’autopsia svolta sul giovane ragazzo fa emergere un dettaglio agghiacciante, ovvero che sia stato massacrato di botte con la mazza da baseball prima che il colpo di pistola lo uccidesse.
Secondo le indiscrezioni avrebbe quindi utilizzato le su mani e le braccia davanti al viso per difendersi: sarebbe questa la risposta alle echimosi e lividi che sono presenti sugli arti superiori.
Per gli inquirenti si tratta di una vera e propria esecuzione mentre Del Grosso si difende dichiarando che non avrebbe mai voluto uccidere, ma solo spaventare.
Sul caso ancora tantissimi punti da chiarire.