E’ passato un anno dall’omicidio di Luca Sacchi, i famigliari ricordano con una cerimonia religiosa il giovane ucciso a Roma.
La sentenza del processo è prevista per il prossimo anno ma lo scontro tra periti ed avvocati continua. Il cordoglio e gli ultimi aggiornamenti sul caso di Luca Sacchi.
Luca Sacchi morto perché aveva amato? Il ricordo della famiglia
E’ passato un anno esatto dall’omicidio del giovane Luca Sacchi ma la ferita per la sua perdita è ancora aperta.
La sera del 24 ottobre infatti il personal trainer veniva colpito da un proiettile alla nuca davanti al John Cabot Pub di Roma.
Una serata iniziata in apparenza normalmente che però nascondeva ben altro, e fu il povero Luca a pagare per la compravendita di droga finita male.
Ieri pomeriggio i famigliari hanno tenuto una cerimonia nella Chiesa di Santo Nome di Maria a Roma, per ricordare Luca.
Presenti mamma Tina e papà Alfonso, il fratello Federico, presente quella sera, e molti tra parenti ed amici che hanno assistito commossi al ricordo del 24enne nel massimo rispetto del distanziamento sociale e dell’uso di mascherine come riporta anche Il Mattino.
Ad officiare la cerimonia era l’arcivescovo Octavio Ruiz ed il cugino di Luca, tra gli altri, ha commosso i presenti con una frase toccante:
“Quale fu la colpa di Luca? Avere amato”
Ha dichiarato Roberto Galati.
Nuove perizie, a che punto è il processo
Il riferimento ad Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata di Luca è chiaro. La ragazza è attualmente indagata per spaccio di droga ed al contempo si è costituita parte civile nel processo.
Da come è emerso dalle tante testimonianze dei parenti, Luca nell’ultimo periodo precedente l’omicidio si era accorto che qualcosa non andava nel comportamento della fidanzata, che aveva intessuto rapporti con Giovanni Princi a fini di spaccio.
Avrebbe voluto portarla fuori da quei giri Luca, ma è rimasto ucciso, poiché anche quella sera era all’oscuro di tutto.
Lunedì 26 ottobre si terrà un’altra udienza del processo nel corso del quale sono emersi numerosi particolari e testimonianze. Imputati per omicidio volontario sono Valerio Del Grosso e Paolo Pirino assieme a Marcello De Propris. Giovanni Princi ed Anastasiya sono accusati di detenzione di stupefacenti a scopo di spaccio.
In aula sarà la volta del medico legale di parte per illustrare i risultati dell’autopsia. Il perito balistico nominato dai legali della famiglia Armida Decina e Paolo Salice ha confermato la dinamica dello sparo partito dalla calibro 38 di Del Grosso:
“Mirò alla testa per uccidere Luca da una distanza ravvicinata massima di due metri”.
Ora si attende la sentenza per i primi mesi del 2021 anche se le misure restrittive potrebbero far slittare ancora la fine del processo.