Per l’accaduto è stata condannata la direttrice della scuola in cui lavorava la donna e una delle mamme che ha contribuito alla diffusione del video.
In un secondo processo è stata condannata anche una collega della vittima.
Maestra vittima di revenge porn
Quel video in poco tempo arrivò nelle conversazioni whatsapp di alcuni amici del ragazzo.
Prima circolò nella chat del calcetto, poi arrivò nelle mani della direttrice della scuola in cui la maestra lavorava.
La prima a scoprire il video sul cellulare del marito era stata la moglie di uno dei compagni di calcetto del fidanzato.
Proprio la donna aveva girato il video alle altre mamme della scuola, fino a che quelle immagini non erano arrivate dritte alla dirigente scolastica.
La donna che aveva scoperto il video aveva iniziato a minacciare la giovane maestra, imponendole di non denunciare quanto subito, altrimenti lo avrebbe fatto visionare alla direttrice.
L’insegnante però non si era fatta per nulla intimidire da quel ricatto ed aveva quindi deciso di denunciare il compagno, che aveva fatto circolare quel video senza il suo consenso.
La moglie del compagno di calcetto a quel punto aveva deciso di mostrare il video alla direttrice dell’asilo, che aveva deciso, a sua volta, di licenziare l’insegnante.
Prima di farlo però la direttrice aveva spiegato alle altre mamme il motivo del licenziamento, minacciando anche la maestra che a suo dire, con quella “nomea”, non sarebbe più riuscita a trovare lavoro.
L’insegnante fece quindi partire una denuncia per diffamazione nei confronti della dirigente della scuola.
Secondo il magistrato che si è occupato del caso, la maestra è stata vittima di una vera e propria gogna, da parte non solo della dirigente scolastica, ma anche degli altri genitori della scuola.
Per l’ex fidanzato della maestra che per primo ha diffuso il video è scattato l’anno di messa alla prova. Il giovane deve svolgere 8 ore di lavori socialmente utili ogni settimana. Un percorso alternativo al processo, che dovrebbe aiutarlo a riflettere su quanto commesso.
Le condanne
Come riferisce anche Fanpage, sono due le condanne inflitte dal Tribunale di Torino nell’ambito della vicenda della maestra vittima di revenge porn.
Sono state condannate rispettivamente ad un anno e un mese di reclusione, con condizionale, la dirigente scolastica e a 12 mesi una delle mamme che aveva contribuito alla diffusione del video.
La maestra vittima di revenge porn si è costituita parte civile nel processo ed ha ottenuto il diritto ad un risarcimento in denaro.
Entrambe le due donne coinvolte nel caso di revenge porn si erano dichiarate innocenti ed estranee ai fatti.
La dirigente scolastica aveva infatti raccontato:
“IL PROBLEMA NON SONO STATE LE FOTO. MI SONO SENTITA PRESA IN GIRO. LA MAESTRA PRIMA MI HA DETTO CHE VOLEVA DARE LE DIMISSIONI. IO NON ERO D’ACCORDO. POI HA CAMBIATO IDEA. NUMEROSI GENITORI ERANO INTENZIONATI A TOGLIERE I PROPRI FIGLI DALL’ASILO”.
La direttrice in realtà aveva informato gli altri genitori ed i colleghi della maestra del video intimo che circolava in chat.
“Siamo tutti lupi cattivi di una storia raccontata male”
era stato all’epoca dei fatti il commento della dirigente scolastica.
In parallelo al processo ufficiale, c’è stato un secondo processo che si è celebrato con rito abbreviato.
Il tribunale ha inflitto 8 mesi ad una collega dell’insegnante, per aver violato il diritto alla riservatezza.
E’ stato invece assolto il marito di una delle mamme.
“Quel che è fatto è fatto e il danno non si cancella. Ma almeno con questa sentenza è emersa la verità”
è stato invece il commento della giovane insegnante alla lettura della sentenza nell’ambito del processo che la vede coinvolta.
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Le parole dell’ex fidanzato
L’ex fidanzato della maestra, che è stato il primo a far girare il video nella chat del calcetto, si è detto rammaricato per quanto accaduto.
Per un anno allenerà una squadra di calcio composta da ragazzi disabili, in un percorso alternativo al processo.
“Un’esperienza che mi arricchirà dal punto di vista umano. Mi troverò in un contesto in cui sarà fondamentale l’attenzione all’altro”
ha raccontato a La Stampa.
“In questo periodo ho riflettuto a lungo su quanto accaduto, ho provato a mettermi nei panni della ragazza e credo che a livello umano avrei patito le stesse cose. Avessi una figlia, le direi di non inviare foto a nessuno, nemmeno a un fidanzato. Se avessi un maschio, gli insegnerei ad avere rispetto per le donne”
ha raccontato ancora l’ex fidanzato della maestra.
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