Martina Levato urla dal carcere la sua denuncia e racconta i dettagli sconosciuti di come sia avvenuto il suo parto
Martina Levato, conosciuta per aver – insieme al suo fidanzato Alexander Boettcher – sfregiato con l’acido tre persone, mette alla luce il suo personale dramma del parto.
La vita in carcere di Martina Levato
La protagonista della coppia dell’acido si trova in carcere, per scontare una pena di 19 anni per aver sfregiato tre persone insieme al suo fidanzato Alexander Boettcher.
Intervistata in esclusiva dal Tg2 ha raccontato di come si senta oggi e denunciato le modalità del parto di suo figlio Achille.
La donna rinnega completamente le azioni svolte in passato, che l’hanno portata in carcere evidenziando che tornando indietro non rifarebbe nulla di tutto ciò:
“non ci sono giustificazioni, è gravissimo”
Sottolineando che il tutto fosse nato da un “amore malato” con l’impossibilità di chiedere aiuto per liberarsene.
Una volta però che è nato Achille la sua vita e il suo modo di pensare sono cambiati:
“ho capito cosa fosse il vero amore, quello puro”
La denuncia sul parto di Achille
Martina parla e denuncia quanto avvenuto durante il parto, occasione per raccontare il suo dramma e far emergere le condizioni di quel momento.
Durante l’intervista ha raccontato che non era a fine gravidanza, ma è stata ugualmente portata a partorire in un Ospedale diverso da quello designato:
“mi hanno indotto il parto e sedata, in modo che io non potessi vederlo in faccia – portandomelo via”
La donna una volta risvegliata ha chiesto notizie al medico, apprendendo che il figlio sarebbe stato adottato immediatamente. Termina con un appello, chiedendo di avere notizie:
“non l’ho mai abbandonato e non smetto di lottare per lui”