A denunciare l’accaduto la madre di un’adolescente sul cui telefono si trovavano chat erotiche, coinvolti adulti e minorenni.
Grazie alla denuncia della madre che ha scoperto le chat della minorenne 6 sono stati gli indagati per pornografia minorile a Messina.
La scoperta della chat erotica dà il via alle indagini
Una scoperta terribile ha permesso di indagare diverse persone sia adulti che minori per pornografia minorile.
La madre di una ragazza adolescente avrebbe infatti scoperto immagini e video compromettenti in chat erotiche sul telefono della figlia.
La stessa donna avrebbe portato in Procura il telefonino che, scandagliato dagli inquirenti, ha svelato messaggi WhatsApp molto forti.
A quel punto è partita l’indagine: a guidarla la Polizia Postale di Catania e di Messina. A coordinamento dell’azione investigativa era il CNCPO (Centro Nazionale Contrasto Pedo Pornografia Online).
La rete di pedofili scoperta in Italia
L’indagine partita dalla denuncia della mamma preoccupata per la la figlia ha coinvolto varie città tra cui Catania, Palermo, Napoli, Teramo e Milano.
In queste sedi sono avvenute varie perquisizioni che hanno portato ad iscrivere nel registro degli indagati 6 persone.
Oltre a queste persone anche altri minorenni sono stati indagati: erano in possesso di immagini erotiche di minori. Attraverso una applicazione di messaggistica tali foto e video venivano divulgate sul web. Restano ancora da chiarire vari elementi tra cui la modalità con la quale gli ignari minori venivano adescati.
Un’altra rete di pedofili italiani era emersa nello scorso luglio ma non è ancora chiaro in che modo i minori venissero adescati.
In questo caso vi era l’esistenza di una sorta di listino prezzi per le varie tipologie di foto e video pedopornografiche.
Anche in quell’inchiesta i genitori di un’altra adolescente si erano insospettiti per l’utilizzo smodato dei social network e dopo controlli era emersa la terribile verità.
La pratica di compravendita risultava un sistema ben organizzato nel quale in molti casi il materiale risultava autoprodotto dagli stessi minori ma anche da maggiorenni.