La stilista Carlotta Benusiglio trovata impiccata a Milano potrebbe non essersi suicidata, emergono nuove prove: si indaga per omicidio volontario?
Carlotta Benusiglio potrebbe essere stata uccisa prima di venire appesa ad un albero in un parco di Milano come hanno sempre sostenuto i familiari.
Carlotta Benusiglio ritrovata impiccata a Milano
La morte della stilista 37enne risale alla notte tra il 30 ed il 31 maggio 2016.
Il corpo della donna venne trovato appeso con una corda ad un albero in un parco di piazza Napoli a Milano.
Secondo le ricostruzioni, quella sera Carlotta era uscita con il fidanzato Marco Venturi: i due avevano trascorso diverse ore in locali della zona.
Alle 3.40 il corpo di Carlotta viene ripreso dalle telecamere appeso all’albero ed alle 3.42 si scorge Venturi che si allontana verso Viale Misurata.
Il fidanzato, con cui anche quella sera sarebbero sorti violenti litigi, fu l’ultimo a vedere viva la stilista: anche per tale motivo fu inizialmente indagato dalla Procura.
Dopo una contrastata vicenda processuale nell’ottobre del 2016 è stata presentata una richiesta di archiviazione.
Il caso si riapre? Ecco le nuove prove
L’inchiesta sulla morte della povera Carlotta ha visto l’avvicendarsi di perizie contrastanti: nel 2018 due periti nominati dalla Procura diedero due diverse versioni dell’accaduto.
Il primo ammise la possibilità che si fosse trattato di suicidio, l’altro sosteneva invece che ci fosse:
“La presenza di una persona che strangolava la vittima”
Ora secondo quanto riporta La Repubblica si potrebbe essere ad una svolta: il pm Gianfranco Gallo ha disposto l’esecuzione di ulteriori esami ed il risultato sarebbe determinante.
In particolare uno dei test, quello alla glicoforina, sarebbe in grado di stabilire se le ferite sul collo della giovane siano precedenti o successive alla morte.
Nel caso di Carlotta, trovata impiccata con una sciarpa sono dunque emerse due ferite sul collo: per la prima, all’altezza della tiroide, la giovane era ancora viva.
La seconda provocata dalla sciarpa invece, risalirebbe ai momenti appena successivi alla morte.
Per tali elementi la Procura ha presentato al Tribunale del Riesame ricorso contro il Gip che aveva nel 2019 ipotizzato un delitto d’impeto.
A settembre si conoscerà la decisione ed a quel punto potrebbe aprirsi il processo per omicidio volontario.