La Cassazione si è pronunciata sul caso della morte di Martina Rossi precipitata dal balcone in Spagna. La decisione ha riaperto il caso.
Martina Rossi si è suicidata o è precipitata a causa di una tentata violenza sessuale perpetrata da due ragazzi? Nella giornata odierna era attesa la decisione sulla richiesta della Procura di annullare l’assoluzione degli imputati. Ecco cosa è stato deciso.
10 anni dalla morte di Martina
Era il 3 agosto del 2011 quando la 20enne Martina Rossi precipitò dal sesto piano di un albergo a Palma di Maiorca.
La ragazza era in vacanza con altre due amiche ma quella sera salì in camera con due ragazzi Luca Vanneschi ed Alessandro Albertoni. Dopo poco la giovane precipitò dal balcone del sesto piano.
In primo grado i due giovani aretini vennero condannati a 6 anni per violenza sessuale e morte in conseguenza di altro reato.
Tale decisione però venne ribaltata con la sentenza di appello del 10 giugno 2020, dopo che il reato di morte in conseguenza di altro reato era prescritto.
I due imputati infatti a giugno sono stati assolti dalla Corte d’Appello di Firenze. La vicenda però risulta ancora non chiarita tanto che la Procura di Firenze ha chiesto alla Cassazione di rivalutare la sentenza poiché:
“La valutazione è frazionata e priva di logica degli indizi”.
Il pg della Cassazione chiede dunque che venga annullata l’assoluzione degli imputati, ed oggi è stato il giorno della verità.
La Cassazione chiamata a decidere
Dopo ormai 10 anni potrebbe essere arrivato il momento per la famiglia di Martina Rossi di ottenere giustizia per la ventenne morta in un modo inspiegabile.
I genitori di Martina, Franca Murialdo e Bruno Rossi, non hanno mai creduto al suicidio ed oggi 21 gennaio i giudici si sono pronunciati.
Il sostituto procuratore Domenico Seccia ha ribadito oggi in aula la richiesta di un nuovo appello avanzato alla terza sezione penale della Cessazione.
Tutto daccapo dunque, per chiarire quanto davvero avvenuto a Palma di Maiorca.
Nella requisitoria scritta depositata dal pg la richiesta è chiara e certe sul fatto che la sentenza d’appello era stata data valutando solo alcuni elementi probatori come riporta Il Messaggero.
“Tale mancanza risulta idonea ad inficiare la sentenza di secondo grado, per l’importanza determinante attribuita dal giudice a tale elemento ai fini della definizione della questione”.
Tensione in aula e decisione della Corte
Come riporta anche Il Corriere della Sera, non sono mancati momenti di grande tensione in aula con la mamma di Martina che ad un certo punto è dovuta uscire.
La signora Franca infatti non poteva sopportare che la difesa di Albertoni e Vanneschi puntasse sul descrivere Martina come una ragazza con problemi di natura psicologica e di modi libertini.
La decisione è arrivata solo pochi minuti fa nella serata di giovedì 21 gennaio: la Suprema Corte ha annullato l’assoluzione dei due imputati, così come richiesto dal pg.
La mamma di Martina subito dopo l’udienza odierna aveva dichiarato di sperare in un nuovo processo d’appello per avere finalmente giustizia.
I genitori, entrambi presenti in aula hanno dichiarato che questa sentenza è un primo passo verso la giustizia come riportato da Il Messaggero. Ora si attendono le evoluzioni nel processo d’appello bis tutto da rifare.
Martina Rossi, il padre: “Credo fino in fondo nella giustizia”. Attesa per la sentenza della Corte di Cassazione. #chilhavisto pic.twitter.com/rAxVGKASr8
— Chi l’ha visto? (@chilhavistorai3) January 21, 2021