Viene riconosciuto che la natura stessa ha diritti, compreso il diritto di esistere. E’ nata un’alleanza per riconoscere il crimine di ecocidio.
La natura ha diritti, in sua difesa è nata infatti l’alleanza globale per riconoscere il crimine di ecocidio.
Diritti della natura ed ecocidio
La crisi climatica è sotto gli occhi di tutti, con i suoi mutamenti, non prendere provvedimenti, agendo subito, sarebbe un suicidio preannunciato. Basti pensare che il pianeta è più caldo di 1 °C rispetto al 1860, e i disastri ambientali si stanno moltiplicando.
C’è un solo modo per rispondere in maniera adeguata a tutto ciò, un’azione globale che si basi sul concetto di diritto.
Un diritto che prenda in esame il crimine di ecocidio. Per questo era necessario che nascesse un’alleanza globale, in grado di riconoscere la portata del crimine.
Quando si parla di ‘ecocidio’ si vogliono definire tutti quegli atti che minano e danneggiano ambiente ed ecosistemi, molto spesso in modo irrimediabile.
Non si può non vedere l’importanza degli ecosistemi naturali per la vita e il benessere umani. Si è deciso quindi che una violazione in questo ambito possa essere equiparata alle violazioni dei diritti umani.
Di questo avviso è fermamente convinta l’eurodeputata francese Marie Toussaint (Verdi/ALE), che il 23 ottobre ha lanciato l’International parliamentary alliance for the recognition of ecocide.
Ne fanno parte molti ministri di Paesi come Europa, Brasile, Stati Uniti e le Filippine.
Corte penale internazionale
I deputati di vari continenti si battono perché il crimine di ecocidio venga finalmente riconosciuto come un caso giuridico a tutti gli effetti.
Se non vogliamo che le nuove generazioni vedano un futuro sempre più oscuro occorre che il termine ecocidio venga adottato dalla Corte penale internazionale, mediante una modifica allo Statuto di Roma.
Lo scopo primario: arrivare ad una definizione giuridica, che sia universalmente valida di ecocidio.
Raggiungendo questo stadio si potrebbe aumentare la pressione sugli Stati perché sia inserita nel corpus normativo, di ogni paese aderente.
Come riportato da Rinnovabili.it, riconoscere il crimine di ecocidio, per i parlamentari, aiuterebbe le lotte degli attivisti in tutto il mondo.
A tal fine ha ricordato il brasiliano Rodrigo Agostinho ciò che accade nel suo paese:
:“le persone che distruggono l’Amazzonia non hanno alcuna punizione, non sono ritenute responsabili e non ci sono conseguenze”.
Riconoscere i pieni ‘diritti’ della natura vuol dire riformulare il rapporto dell‘umanità con la natura.