La prima squadra dell’Nba a fermarsi in favore di Blake è stata il Milwaukee Bucks, non scendendo in campo per il riscaldamento.
Continuano senza tregua le proteste del popolo americano a favore di Jacob Blake, l’uomo di origine afro-americana che è stato sparato sette volte da un poliziotto. Non solo i preoccupanti scontri per strada tra manifestanti e polizia, la vicenda è cresciuta talmente tanto arrivando persino nel mondo dello sport, nello specifico nell’Nba.
Diverse squadre e giocatori si sono uniti alla protesta
In particolare diverse squadre dell’Nba, la lega di basket americana, nonchè la più famosa al mondo, si sono unite alla protesta.
I primi a dare un segnale sono state i Milwaukee Bucks, disertando il riscaldamento in campo in vista di gara 5 del primo turno della Eastern Conference.
Ad unirsi alla protesta anche gli Orlando Magic, i quali dopo aver effettuato il riscaldamento pre-gara, a 3’56” dalla palla a due hanno fatto ritorno negli spogliatoi, seguiti a ruota dagli arbitri.
“Siamo stanchi degli omicidi e dell’ingiustizia”.
Queste le parole di George Hill, giocatore dei Bucks, dette a The Undefeated. Delle parole ampiamente condivise del popolo americano e che getta nuove tensioni sul paese a pochi mesi da un’altra situazione simile, quella di George Floyd.
Lebron si schiera contro il presidente Trump
Non solo Bucks e Magic però, sono diverse le star dell’Nba che si sono espresse a favore di Jacob Blake. A far maggiormente rumore, le parole di uno dei giocatori più grandi degli ultimi anni, Lebron James:
“Chiediamo il cambiamento, siamo stanchi”.
Il giocatore dei Los Angeles Lakers, inoltre, all’interno del post Twitter non risparmia qualche critica all’attuale presidente a stelle e strisce Donald Trump.
Infine, ecco una lista delle gare di Nba rimandate a data da destinarsi dalla lega per la protesta: Los Angeles Lakers-Portland Trail Blazers e Houston Rockets-Oklahoma City Thunder.