Emergono sempre più dettagli inquietanti sull’omicidio Cardito e ci sarebbe un buco di due ore tra il pestaggio e l’arrivo del 118.
Gli elementi che emergono sull’omicidio Cardito del piccolo Giuseppe, stanno arricchendo il fascicolo già pieno di inquietanti colpi di scena.
Le due ore di buco
Gli inquirenti continuano ad interrogare Tony Essoubti Badre – il compagno della madre del piccolo Giuseppe massacrato di botte colpevole di aver rotto la sponda del letto nuovo.
E’ stato ascoltato dal Gip all’interno del Carcere di Poggioreale, dove si cercano altri elementi per ricostruire tutto il quadro della tremenda vicenda. I magistrati non indagano solo sull’uomo ma anche sulla compagna – colpevole di non aver fermato l’uomo mentre picchiava il piccolo Giuseppe e feriva la sorellina di un anno più grande Noemi.
Ma non è tutto, infatti secondo le indagini ci sarebbe un buco di due ore tra l’aggressione e la telefonata per la richiesta dei soccorsi. Due mezzi – uno da Caivano e uno da Frattamaggiore – sono partiti in codice giallo per raggiungere l’abitazione – ma senza aver avuto informazioni veritiere sull’aggressione avvenuta ai danni di Giuseppe.
La corsa in strada
Tony Essoubti Badre non ha chiamato i soccorsi subito ed è rimasto a guardare il figlio della compagna, agonizzante sul divano. E cosa è successo in quelle due ore? Secondo quanto riferito dallo stesso Tony, sarebbe sceso per strada a chiedere aiuto senza però trovare nessuno.
L’avvocato della difesa e i medici hanno ammesso che questo tempo intercorso tra l’aggressione e la chiamata al 118 sia stato fatale per il bambino:
“si sarebbe potuto salvare intervenendo in tempo”
Sono in corso, inoltre, altri accertamenti per verificare quante violenze abbiano dovuto subire i bambini e la compagna, senza che lei abbia mai proferito parola nemmeno con i parenti.