Omicidio di Elena Ceste, si è giunti finalmente ad una svolta. Ad uccidere la donna, secondo la Corte di Cassazione è stato il marito
Si sono concluse cosi le indagini sul caso di Elena Ceste, la donna scomparsa nel nulla nel gennaio del 2014, lasciando soli i suoi figli. Secondo le indagini fatte, il corpo della donna è stato ritrovato soltanto 10 mesi dopo, in un canale vicino casa.
Condannato a 30 anni di reclusione
Ad essere condannato a 30 anni di reclusione è il marito di Elena Ceste. La Cassazione ha confermato la condanna per l’ex vigile del fuoco, con l’accusa di omicidio. Accolta senza alcun dubbio, la richiesta dell’accusa arrivata già in primo grado, per Michele, l’ex vigile del fuoco, è il responsabile della morte di Elena, e di occultamento del cadavere. L’uomo con questo gesto brutale, ha privato i i quattro bimbi della loro mamma.
L’accusa sull’uomo è di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. Secondo l’accusa «dal più atavico dei sentimenti maschili: una sete di dominio unita ad un malinteso senso dell’onore». Aveva «l’esigenza di affermare il proprio dominio unitamente a un sentimento di vendetta di fronte a tradimenti comprovati».
L’accusa ha escluso gli sconti di pena all’uomo, poichè durante l’atto di omicidio l’uomo sarebbe stato freddo e lucido.
La difesa per Buoniconti riferisce esattamente il contrario. Secondo quanto dichiarato dalla difesa, infatti, l’uomo non avrebbe ucciso la moglie Elena Ceste, proprio perché sul corpo ritrovato, non vi sono segni di aggressione, graffi o fratture. Addirittura dall’autopsia non è emerso nessuna violenza. In sintesi secondo la difesa, non ci sarebbe nessun movente che possa definire Buoniconti l’assassino di Elena Ceste.