Marco Manfrini, accusato dell’omicidio di Eleonora Perraro, torna in carcere. L’uomo era ai domiciliari per via dell’emergenza coronavirus.
L’omicida seviziò la vittima per ore, con morsi sul volto e botte, prima di ucciderla. Eleonora Perraro lo aveva già denunciato qualche settimana prima del delitto per violenza domestica.
La ricostruzione dell’omicidio
L’uomo, ex idraulico 50enne, aveva trascorso la giornata fuori insieme alla vittima. Dopo aver trascorso una serata nel locale Sesto Grado di Nano Torbole, i due si trattennero a dormire in giardino.
Eleonora Perraro, che portava un tutore alla gamba per via di una precedente caduta, venne aggredita a morsi sul volto, in particolare labbra e zigomi, e seviziata per ore, prima di essere strangolata.
Fu lo stesso Manfrini ad allertare i soccorsi il mattino seguente, raccontando di non ricordare nulla di quanto fosse accaduto. Per quel delitto finì in carcere proprio il 50enne, da sempre unico sospettato del delitto.
Durante le indagini si scoprì che la vittima aveva già denunciato il marito per violenza domestica.
Manfrini torna in carcere
All’inizio dell’emergenza coronavirus, il giudice aveva accolto l’istanza della difesa di Manfrini, accordandogli gli arresti domiciliari.
Come riferisce anche l’Adige, al 50enne erano stati concessi i domiciliari per via di alcune polmoniti di cui aveva sofferto in passato, e quindi come soggetto più a rischio.
Venerdì scorso, l’omicida di Eleonora Perraro è tornato in carcere, con grande sollievo, com’è facilmente intuibile, della famiglia della vittima.
“Per noi è un grande sollievo. Onestamente, non lo nego, il fatto che fosse a casa non ci faceva stare tranquilli”
ha raccontato la sorella di Eleonora, Erika Perraro.
Intanto, Marco Manfrini rischia una condanna all’ergastolo per l’omicidio della moglie. L’accusa per il 50enne è infatti di omicidio volontario.