L’incidente probatorio ha evidenziato che il bimbo che accusa Lo Piccolo si è confuso, le conclusioni dei periti nel caso di Evan.
A confermarlo anche la criminologa Anna Vagli, consulente di Stefano Lo Piccolo: il fratellino avrebbe accusato il papà di Evan perché condizionato dalla madre.
La tragica morte di Evan Lo Piccolo
La drammatica storia di Evan Lo Piccolo il bimbo di soli 21 mesi morto a Rosolini ha sconvolto l’opinione pubblica ed è una ferita inaccettabile per tutti.
Il piccolo è morto ad agosto scorso in ospedale a Modica in provincia di Siracusa dove era arrivato in condizioni disperate a causa delle botte subite. Dall’autopsia è emerso che il piccolo presentava un trauma cranico e diverse lesioni.
Con l’indagine è emerso che ad usare ripetutamente violenza sul piccolo era stato Salvatore Blanco il 32enne compagno della madre.
Blanco e la donna, la 23enne Letizia Spatola, sono stati arrestati con l’accusa di omicidio in concorso e maltrattamenti. Attualmente risultano gli unici indagati per la morte del bimbo.
Lo scenario che è via via emerso grazie alle molte testimonianze della famiglia e delle intercettazioni giunte postume, è da brividi.
Il piccolo subiva da molto tempo maltrattamenti di ogni tipo. Una vita tragica segnata anche da tre accessi al pronto soccorso il 27 maggio, il 12 giugno ed il 6 luglio con lesioni e fratture.
In corso le fasi processuali che stanno delineando il quadro nel quale il piccolo ha vissuto e perso la vita.
Il papà Stefano scagionato? Cosa è emerso, il commento di Anna Vagli
Il dolore della famiglia paterna di Evan oltre alla perdita del piccolo è stato alimentato anche dalla notizia risalente ad alcune settimane fa del coinvolgimento nell’indagine anche del papà naturale di Evan, Stefano Lo Piccolo.
La Procura però ha specificato che Stefano Lo Piccolo è stato indagato solo come atto dovuto, e per il reato di maltrattamenti, mentre per la morte restano indagati Blanco e la Spatola.
Le uniche accuse verso di lui arriverebbero infatti dal fratellino di Evan, di soli 6 anni, figlio di un altro uomo.
Come riporta il settimanale Giallo nel numero 49 tali accuse mosse dal fratellino sarebbero frutto solo della confusione sulle figure genitoriali in cui versa il bimbo di 6 anni.
I periti della Procura hanno infatti accertato che il bimbo confonde le figure paterne. In quella casa e nella sua vita si alternavano infatti 3 figure maschili che lui chiamava sempre “papà”.
Ciò lo avrebbe portato a dunque a confondere le varie figure maschili, come ha spiegato la criminologa Anna Vagli, consulente della famiglia paterna ed anche del papà naturale di Evan.
“Il fratellino di Evan ha una visione ‘vittimistica’ di sua madre, da cui si è fatto molto condizionare.. Ritengo che le difficoltà riscontrate nel collocare la figura paterna potrebbero aver influito anche nell’identificazione che il bimbo fa dell’uomo che concretamente perpetrava violenza su Evan”
Per il bimbo fratellino di Evan, esistevano suo padre naturale, il papà di Evan ed il compagno di sua madre. Da ciò deriverebbe dunque la confusione del bambino.
La Vagli inoltre indica un altro motivo per il quale il bimbo possa aver mosso delle accuse non veritiere al papà di Evan:
“Il bambino nutriva il timore che Stefano Lo Piccolo portasse a vivere Evan con sé. “
Il papà di Evan infatti vive a Genova dove lavorava da tempo e da dove aveva fatto partire una denuncia proprio per i maltrattamenti che lui ed i suoi famigliari pensavano che il piccolo subisse nella casa di Rosolini.
Purtroppo questa denuncia sporta dal papà, è arrivata alla Procura di Siracusa solo il 22 agosto, ma a quella data il bimbo era già morto.
Il grido di dolore del papà di Evan, della sua famiglia, e di tutti quelli che hanno seguito la sua triste storia è straziante: se qualcuno fosse intervenuto prima, il piccolo Evan si sarebbe potuto salvare.
Ora resta da accertare le reali responsabilità in questo inaccettabile omicidio.