L’omicidio a Manduria aggiunge alcuni dettagli molto importanti grazie alla confessione di una sedicenne che rompe il silenzio
Non c’è pace per l’omicidio di Manduria, anche dopo i funerali e le dichiarazioni dei parenti. Ma una confessione da parte di una ragazza di 16 anni mette luce su alcuni dettagli raccapriccianti.
La morte di Antonio Stano
Antonio Stano è l’uomo deceduto il 23 aprile a causa di una emorragia gastrica, ma picchiato e seviziato per giorni da parte di una baby gang del paese.
Botte, risate, intimidazioni tutte riprese dal cellulare e divulgato sulla chat di gruppo, dove i ragazzi si sono vantati delle loro azioni e dei loro furti di circa 30 Euro.
Ora ci sono otto fermi di cui sei su ragazzi minorenni ma una voce fuori dal coro ha dato degli elementi ancora importanti, per mandare avanti le indagini su queste azioni che potrebbero ripetersi.
La confessione della ragazza di 16 anni
La fidanzata di uno dei minorenni che sono stati fermati, si è presentata in Caserma insieme ai genitori per raccontare la sua versione dei fatti e riconoscere personalmente gli aggressori.
Secondo la ragazza, come si evince da Repubblica, alcuni adulti avrebbero aiutato la baby gang nel provare ad inquinare le indagini. Quel video è stato visto da tantissime persone, anche molti adulti che hanno fatto finta di nulla o genitori che pensavano fosse una piccola bravata per noia.
Altre persone hanno provato a depistare o inquinare direttamente le prove, per salvare i figli da quello che avevano combinato – come uno degli zii che ha contattato tutta la baby gang invitandoli a non fare il nome del nipote.
Non solo, ci sarebbe anche una professoressa che ha visto il filmato e ha pensato solo a segnalarlo alla madre, forse come bravata. Una ragazza coraggiosa che è andata “contro tutti” raccontando quel pezzo di verità che mancava, facendo emergere che l’uomo si sarebbe potuto salvare in tempo.