L’uomo, che rischia l’ergastolo per il delitto della bambina, figlia della sua compagna, ha reso piena confessione davanti al pubblico ministero.
La conferma degli abusi subiti dalla piccola Sharon erano arrivati già dall’esame autoptico, che ha confermato le violenze subite anche nei giorni precedenti al delitto.
Il delitto della piccola Sharon
Quella mattina in casa con lei c’era soltanto il compagno della madre, Gabriel Robert Marincat, 25enne di origine rumena.
Le lesioni sul corpo della piccola allarmarono i medici, che allertarono poi le forze dell’ordine.
Marincat fu ascoltato dagli inquirenti e raccontò di un incidente domestico, mentre era a casa con Sharon. Il 25enne riferì che la piccola si era tirata addosso una stufa mentre giocava con il filo elettrico.
Una versione dei fatti troppo lacunosa e assolutamente discordante con quanto scoperto dall’autopsia.
Sul corpo della piccola Sharon vennero infatti scoperti segni di violenza: la bambina era stata abusata e poi picchiata, fino a morire.
Il 23 gennaio scorso Gabriel Robert Marincat è stato arrestato con l’accusa di maltrattamenti e violenza sessuale.
La confessione
Dopo mesi da quell’efferato delitto, il 25enne ha reso piena confessione di quanto accaduto quella mattina.
“Ho abusato di Sharon poi, l’ho picchiata fino a ucciderla”.
ha riferito al pubblico ministero.
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Un racconto dell’orrore, che ha confermato quanto emerso già dall’esame autoptico: la bambina è stata violentata e poi picchiata brutalmente.
È morta per le gravi ferite riportate. Il 25enne è ora accusato di omicidio volontario aggravato dalla violenza sessuale.
Marincat rischia ora una condanna all’ergastolo.