L’omicidio Vannini in prima linea per i tanti misteri che si celano dietro questa terribile storia. Ma che fine hanno fatto i 200.000 euro di risarcimento?
Un risarcimento di 200.000 euro per l’omicidio Vannini, che la famiglia della vittima non ha mai voluto – ma che di certo i Ciontoli sembrano non aver mai fatto cenno di versamento.
Le nuove intercettazioni della famiglia Ciontoli
In questi ultimi mesi tra testimonianze e intercettazioni sono emersi dei dettagli dapprima sconosciuti, di quanto accaduto durante quella terribile notte al povero Marco.
I genitori si battono per conoscere la verità ovvero chi ha sparato ma soprattutto perché ci sia stata una omissione di soccorso, che ha portato alla morte del ragazzo.
Secondo la ricostruzione il capofamiglia Antonio Ciontoli ha sparato pensando che l’arma fosse scarica. L’uomo è stato condannato a cinque anni di reclusione per omicidio colposo – sentenza che ha suscitato non poche polemiche.
Le Iene e Quarto Grado si sono occupati di questo caso, facendo emergere nuovi particolari, tra intercettazioni agghiaccianti, le manovre per spostare immediatamente i soldi nonché le proprietà a pochi giorni dall’omicidio.
Il risarcimento alla famiglia Vannini
Ci sono tantissime intercettazioni, sia della famiglia stessa che del padre di Antonio Ciontoli, dove non si parla della morte del povero ragazzo ma di come effettuare le manovre per aprire conti nuovi – togliere intestazioni di beni e pensare ai movimenti bancari in maniera rapida e veloce.
La stessa Maria Pezzillo è stata intercettata mentre contatta la Bnl – banca dove si trova il conto del marito – per chiedere un appuntamento urgente al fine di spostare quel denaro in un nuovo conto a nome della moglie.
Il giudice ha anche stabilito un risarcimento di euro 200.000 che deve essere versato ai genitori della vittima: soldi mai visti. Bisogna evidenziare che Marina e Valerio hanno dichiarato di non volere e di non accettare quel denaro. Ma il mistero resta: perché non sono mai stati versati e che fine hanno fatto?