Passaporto sanitario: pressing del Governatore della Sardegna Solinas sul Governo
La stagione estiva è alle porte ed il 3 giugno si avvicina sempre di più: le Regioni “premono” sul Governo affinchè vengano previste delle soluzioni volte a fare ripartire il settore turistico, evitando che si accendano nuovi focolai.
Sardegna e Sicilia mirano a diventare isole Covid-free e chiedono il passaporto sanitario per tutelare sia chi si sposta sia chi accoglie chi si sposta.
Il Governatore della Sicilia Solinas preme l’Esecutivo affinchè il passaporto sanitario diventi obbligatorio.
Ma, sul passaporto sanitario il governo frena:
«La soluzione è ambiziosa ma impraticabile»,
sottolinea Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute in un intervento su Radio 24.
«[…] siamo convinti che il passaporto sanitario potrebbe essere alla fine un ostacolo»,
sottolineano gli albergatori sardi.
Alla base del passaporto sanitario ci sono i tamponi salivari, che dovrebbero essere commercializzati dalle aziende farmaceutiche, le quali non sarebbero disposte a investire prima di avere l’autorizzazione dell’Agenzia nazionale del farmaco.
Passaporto sanitario: Sardegna, il Governatore Solinas preme l’Esecutivo
Il Governatore della Sardegna Solinas preme il Governo sull’obbligatorietà del «Certificato di negatività per chi viene nell’isola».
I test salivari devono essere eseguiti prima della partenza: possono essere eseguiti in farmacia, in un laboratorio privato o dal medico.
Il certificato di negatività per arrivare in Sardegna dal 3 giugno dovrà essere presentato entro tre giorni dalla partenza.
Al momento dell’imbarco ogni turista/passeggero presenterà carta d’imbarco, documento d’identità e passaporto sanitario.
“Vogliamo accogliere al meglio i turisti e preservare al meglio la salute pubblica in Sardegna”,
sottolinea Solinas, che ragiona sull’ipotesi di un bonus per chi arriva in Sardegna dal 3 giugno.
Passaporto sanitario: quali sono i contro del lasciapassare?
I test salivari rapidi ed il passaporto sanitario proposto da Solinas “non sono validati”.
Secondo il Direttore scientifico dell’Inmi Spallanzani di Roma Giuseppe Ippolito:
“dietro c’è un affare privato miliardario, perché vengono tutti convinti che va fatto un test, e che va fatto presso laboratori privati”
Non esistono patentini di immunità per il coronavirus e non c’è uniformità nazionale al momento per introdurre un lasciapassare tra le Regioni.