Nel 1991 Pietro Maso di appena 20 anni sconvolge l’Italia con l’assassinio efferato dei suoi genitori. Ripercorriamo la storia di questo tragico evento.
Uno dei casi di cronaca nera più cruenti degli ultimi 30 anni è di sicuro l’assassinio dei genitori di Pietro Maso da parte del giovane dandy aiutato da 3 amici. Rivediamo i dettagli di questo agghiacciante omicidio.
Pietro Maso ed il massacro dei genitori
Il 17 aprile 1991 il paesino di Montecchio di Crosara, provincia di Verona, venne sconvolto da un efferato omicidio.
I coniugi Antono Maso e Rosa Tessari furono trovati morti nella loro villetta dal figlio Pietro e da un vicino di casa.
Ad un primo esame pareva che nella villetta ci fosse stato un tentativo di rapina finito in tragedia ma gli inquirenti notarono presto che qualcosa non tornava.
Innanzitutto la scena del delitto pareva chiaramente artefatta per far pensare ad una rapina ma fu soprattutto l’atteggiamento del figlio dopo il ritrrovamento ad insospettire la polizia.
Il giovane Maso infatti, ragazzo aitante di 20 anni, aveva un atteggiamento distaccato, quasi strafottente, non certo compatibile con la tragedia che aveva colpito la sua famiglia.
In più le due sorelle scoprirono e riferirono agli inquirenti di un assegno da 25 milioni di lire falsificato da Pietro a nome della madre, che serviva per coprire un debito contratto da lui e da uno dei suoi complici, Carbognin.
L’alibi di Maso che dopo il delitto era andato in discoteca proprio con l’amico cominciò a vacillare e il ragazzo, stretto nella morsa degli interrogatori , confessò.
Aveva atteso i genitori di ritorno da un’uscita insieme a tre complici, Carbognin,Cavazza e Burato, ragazzi psicologicamente fragili, senza aspettative e abbagliati dalla personalità di Maso.
Insieme avevano prima massacrato Antonio e Rosa a colpi di padelle poi li avevano finiti strangolandoli.
Il movente, dichiarato proprio dal giovane Maso, era l’eredità dei genitori, con la quale avrebbe voluto coprire i suoi debiti e vivere una vita agiata senza privazioni.
Maso fu così condannato a trent’anni di carcere nel carcere di Opera in provincia di Milano.
Il pentimento e la voglia di rinascere
Da principio considerato capace di intedere e di volere ma poi concessagli la semiinfermità di mente, Maso ha scontato la pena venendogli concessa nel 2013 la semilibertà.
Pietro Maso nel 2017 ha deciso di rilasciare una lunga intervista in esclusiva al Maurizio Costanzo Show, per raccontare sinceramente il suo viaggio interiore nell’abisso e ritorno, rivelato anche nel suo libro “Il male sono io”
L’oggi 48 enne, da Costanzo dichiarò:
“Sono qui senza maschere per la prima volta nella mia vita.”
In quegli istanti non mi rendevo conto, non avevo davanti i miei genitori, ero troppo preso dal pensiero narcisistico di me stesso”
L’uomo ammette che avrebbe voluto “terminare il lavoro” uccidendo le sorelle ma che dopo anni di carcere e di terapia per uscire dalla droga e ha capito di aver sbagliato.
“Sono pentito di quello che ho fatto, e sono qui per ricostruire la mia vita”
Maso ammette di non riuscire a far capire davvero quanta sofferenza gli provochi il ricordo dell’accaduto e dei suoi genitori che ora sente sempre accanto a lui.
“Non riesco ad esternare la sofferenza che ho tramite le lacrime e sto molto male”
Dopo aver pensato anche al suicidio però ha capito davvero di voler ripartire :
“Ho la consapevolezza che non posso più sbagliare e cerco di godermi alcuni anni da persona libera”