I cittadini polacchi non tollerano più l’imposizione della legge marziale contro l’aborto: rivolte e manifestazioni affollano le città.
Sono trentanove anni che legge marziale sull’aborto è entrata in vigore in Polonia sotto il regime autoritario del 1981. Migliaia di cittadini polacchi manifestano da giorni a favore dell’aborto: ieri un fiume di persone ha accerchiato la casa del leader del Pis.
Polonia, Legge marziale aborto
Dopo 39 anni dall’entrata in vigore della legge marziale sull’aborto i cittadini hanno marciato verso la casa del leader politico Jaroslaw Kaczynski.
Le proteste, si legge su IlFattoQuotidiano.it, sono contro la decisione governativa di consentire l’aborto solo in certi casi particolari: incesto, violenza sessuale (stupro) oppure pericolo di vita della madre.
Quai 40 anni fa la legge marziale decise di opporsi a Solidarnosc e introdusse la legge contro l’aborto. Nella giornata di ieri, 13 dicembre 2020, fiumi di persone si sono riversati per le strade della capitale polacca in protesta contro il divieto quasi totale di aborto.
La Corte Costituzionale ha imposto un divieto parziale di abortire, la massa in protesta chiede le dimissioni del governo, molto conservatore, e l’abolizione di questa legge marziale.
Woman’s Strike organizza manifestazione a Varsavia
L’organizzazione Woman’s Strike ha organizzato la grande manifestazione di ieri a Varsavia: principalmente donne molto giovani sono scese in strada per protesta contro il regime autoritario che ricorda quello degli anni ’80.
I manifestanti si sono riuniti per raggiungere la casa del leader del partito governativo Diritto e Giustizia (PIS). Jaroslaw Kaczynski, personaggio importantissimo della Corte Costituzionale e potente uomo conservatore.
Le autorità hanno circondato l’edificio per proteggere Kaczynski, gli agenti della polizia erano in tenuta anti sommossa pronti a respingere i manifestanti più invadenti. I poliziotti hanno utilizzato gli altoparlanti per avvertire i manifestanti che la protesta in atto era del tutto illegale e contro le leggi anti coronavirus.
La Polonia ha registrato più di 22.000 morti per coronavirus ma i manifestanti credono che l’epidemia di Pis sia più mortale e pericolosa del virus Sars-Cov-19. In strada le persone erano munite di cartelli, a gran voce urlavano disappunto e in molti sventolavano la bandiera dell’UE e simboli con impressi arcobaleni.