La tragedia del Ponte Morandi sembra avere una risposta da parte dei periti Gip, che parlano di una poca manuntenzione. Vediamo insieme tutti i dettagli della triste vicenda
La risposta durante il primo incidente probatorio sul Ponte Morandi, mette i periti dinanzi ad una realtà dei fatti molto dura da digerire. Che cosa è successo in realtà?
L’inchiesta sul Ponte di Genova
Nessuno dimenticherà mai quel crollo, quelle urla e quel totale disastro quando il punto principale di collegamento della città di Genova è crollato in un attimo.
Un anno fa è collassato portando via la vita a 43 persone, ferendone il doppio e lasciando una intera comunità senza casa e lavoro. Non si è solo dovuto rimuovere le macerie ma anche ridare a Genova ciò che aveva perso, in termini materiali e non umani.
I tre periti Gip durante il primo incidente probatorio evidenziano che la struttura per anni non ha avuto alcuna manutenzione, constatatando un alto livello di degrado e corrosione accompagnati da “difetti esecutivi”:
“uno stato corrosivo di tipo generalizzato per lungo periodo dovuto all’umidità ed elementi aggressivi”
Per fare questo hanno esaminato la parte di struttura non crollata mettendoli in confronto con le parti precipitate. L’inchiesta ha portato all’indagine per Spea e Autostrade con reato di omicidio colposo – disastro colposo – attentato alla sicurezza e falso.
La replica di Autostrade
Ma Autostrade non è concorde con la relazione di cui sopra, riportando che la loro relazione sia stata fatta guardando solamente la classificazione degli stati di corrosione, in merito ai fili d’acciaio – “in modo sommario”.
Sempre secondo la relazione di Autostrade, le percentuali di corrosione riportate nella tabella, mettono in luce che la
“capacità portante degli stralli è ampiamente garantita”