Il caso della professoressa di Prato è di nuovo protagonista, con la nuova udienza del processo e la richiesta di intervento da parte della Consulta
Il caso della professoressa di Prato è ancora aperto con una nuova udienza in Tribunale e una richiesta particolare da parte degli avvocati difensori.
Gli arresti domiciliari
La donna è balzata sulle pagine di cronaca italiana per aver avuto un figlio a seguito di un rapporto con il ragazzino di 13 anni. L’infermiera si occupava di dare ripetizioni di inglese a questo ragazzino ma il rapporto professionale tra i due si è trasformato in intimo.
La donna sposata e già madre ed è rimasta incinta nuovamente a seguito dei rapporti con il ragazzino: la scoperta della paternità è avvenuta solo a seguito dell’esame del Dna richiesto dopo la denuncia da parte dei genitori del ragazzo.
La professoressa resta ora ai domiciliari, come da disposizioni del mese di Marzo con accusa di reati di stupro su minore e violenza sess***le per induzione nonché violazione di domicilio.
La richiesta di intervento della Consulta
Come ha evidenziato FanPage, nella nuova udienza del processo a carico della 32enne i legali della difesa hanno richiesto l’intervento della Consulta. La questione in essere riguarda infatti la possibilità che ci sia stato il consenso da parte del ragazzo nell’avere rapporti con la donna – nonostante fosse al di sotto dei 14 anni.
Un discorso che la legge italiana non approva e considera violenza, mentre i legali della difesa evidenziano che ci potrebbe essere:
“un’eccezione di legittimità costituzionale in ordine di presunzione assoluta d’incapacità dei minori di 14 anni come da articolo 609 quarter del codice penale”
Il giudice si esprimerà in data 20 gennaio 2020, mentre si attende una replica dei legali dell’accusa prendendo il tempo necessario per esaminare la richiesta.