Per il caso della professoressa di Prato ciò che emerge dal Tribunale del Riesame è agghiacciante, anche per gli stessi genitori del ragazzo
Il Tribunale del Riesame ha analizzato il caso della professoressa di Prato, facendo emergere dei dettagli sconcertanti sino ad ora non ancora chiari.
Le parole dei giudici del tribunale del Riesame
Un caso che ha sconvolto l’opinione pubblica e proprio i legali della donna – Mattia Alfano e Massimo Nistri, avevano fatto richiesta di attenuazione di misura cautelare – ai domiciliari sino a 27 marzo.
Come si evince da La Nazione, i giudici del Tribunale del Riesame, hanno depositato le motivazioni che spiegano la motivazione della negazione a tale richiesta:
“la mancanza della consapevolezza della sofferenza e danni che ha provocato alla famiglia e al ragazzo”
Evidenziando che la donna stessa sia una persona assente di autocritica sul comportamento assunto, nonché su tutte le conseguenze del caso.
Sottolineando inoltre l’assoluta predisposizione nella modifica della realtà, soprattutto nelle situazioni interpersonali.
La verità sulla gravidanza con il ragazzino di 14 anni
La richiesta per la donna è stata quindi completamente bocciata e accompagnata da motivazioni molto forti, che non hanno lasciato molto all’immaginazione.
Dodici pagine dove si apprende che il comportamento della donna è “manipolatore e teso a strumentalizzare l’inferiorità fisica e psichica del ragazzo”.
Per quanto riguarda la gravidanza, emerge un dettaglio sconcertante:
“non disdegna ogni mezzo per tenere legato a sé un ragazzo, tanto da programmare una gravidanza”
Una programmazione che, sempre secondo la sentenza, è avvenuta in quanto rapporti non protetti e completi.
Una predisposizione, inoltre, al contatto con altri ragazzi della medesima età come è emerso dal profilo Facebook e dalla confessione fatta ad una sua collega.