A denunciare i fatti è stato il primo cittadino, Alesio Valente, che in un lungo post su Facebook ha spiegato quanto accaduto.
I due fratellini sono stati trovati senza vita nel febbraio del 2008, ben 20 mesi dopo la loro scomparsa.
La storia dei due fratellini scomparsi: luci e ombre della tragedia
È il 5 giugno del 2005 quando dei due fratellini, Francesco e Salvatore Pappalardi, da tutti conosciuti come Ciccio e Tore, si perdono le tracce nelle campagne di Gravina di Puglia.
Il 25 febbraio del 2008 avviene il ritrovamento dei cadaveri dei due fratellini scomparsi, grazie ad un altro bambino, Michelino.
Il ragazzino, 12 anni, precipita nel pozzo che conduce a una cisterna. Un volo di diversi metri, senza drammatiche conseguenze.
Durante le operazioni di soccorso, i vigili del fuoco scoprono che sul fondo del pozzo c’è qualcosa.
Si tratta proprio dei corpi mummificati di Ciccio e Tore, 13 e 11 anni, scomparsi 20 mesi prima in quelle campagne.
Al momento della scomparsa, i due fratellini vivevano con il padre.
I genitori erano separati dal 1997, ma solo in quelle settimane era arrivata la decisione del giudice, che aveva affidato al papà dei due bambini, Filippo Pappalardi che, da tempo, viveva con la nuova compagna Maria, le 2 figlie adolescenti di lei e una bimba di 3 anni, nata dalla loro unione.
Il pomeriggio del 5 giugno del 2005 i due ragazzi escono a giocare. La sera, però, non tornano a casa. Poco prima della mezzanotte, scatta l’allarme ed il papà ne denuncia la scomparsa.
Scattano le ricerche, ma più passano le ore, più le speranze di trovarli ancora vivi si fanno labili.
Nel novembre del 2007 il procuratore Marzano annuncia l’arresto del papà dei due bambini, con l’accusa di sequestro di persona, duplice omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela e occultamento di cadavere.
L’autopsia sui corpicini dei due fratellini conferma che non hanno subìto maltrattamenti.
I due fratellini sono morti di stenti sul fondo del pozzo dove sono precipitati, mentre giocavano.
Il primo a morire sarebbe stato Ciccio, deceduto a causa della grave emorragia.
Tore è sopravvissuto al fratellino per diverse ore. È morto nel sonno per fame e freddo.
Filippo Pappalardi viene scagionato da tutte le accuse e l’inchiesta viene definitivamente archiviata nell’aprile 2016.
L’uomo viene risarcito con una somma di 20mila euro per l’ingiusta detenzione e 45mila euro per i danni esistenziali.
Secondo la madre dei due fratellini, Ciccio e Tore quella drammatica sera erano in compagnia dei loro amici e se qualcuno avesse parlato – continua a sostenere la donna – forse avrebbero potuto salvarsi.
Profanate le tombe dei due fratellini
A tanti anni dalla loro tragica scomparsa, Ciccio e Tore non sembrano trovare pace.
Domenica mattina, il sindaco di Gravina di Puglia, Alesio Valente, ha pubblicato un lungo post su Facebook, denunciando la profanazione delle tombe dei due ragazzini.
“Mani ignote ma esperte hanno forzato l’ingresso della cappella cimiteriale in cui riposano i due fratellini ed hanno scardinato le lastre di vetro che ricoprono le tombe”
ha scritto il primo cittadino a corredo di un’immagine che mostra quanto accaduto nel cimitero.
“Un gesto del genere, che è come sale su una ferita mai rimarginata, è un’offesa non solo ad una famiglia che piange i suoi bambini, ma ad una città intera, che forse con quella triste vicenda non ha ancora fatto del tutto i conti”
si legge ancora nell’amaro post.
A raccontare quanto accaduto al primo cittadino è stato il papà dei due bambini, Filippo Pappalardi, che ha sporto regolare denuncia alle forze dell’ordine.
Alla notizia della profanazione, sono tanti i cittadini del paesino pugliese che hanno commentato l’accaduto con parole di sdegno e rabbia per una vicenda che, evidentemente, ha segnato in maniera indelebile i compaesani dei due fratellini.