L’inchiesta de Il Fatto Quotidiano sul rapimento di Silvia Romano porta alla luce una ipotesi da non scartare, molto pericolosa
Silvia Romano è scomparsa da sette mesi e la Farnesina mantiene il massimo del riserbo sul suo rapimento. Ma una inchiesta ha fatto emergere una ipotesi molto concreta e particolare.
Sette mesi senza Silvia Romano
Sparita nel nulla da novembre 2018 e da quel momento non si ha più alcuna notizia della giovane cooperante. La stessa si trovava a Chakama – Kenya come volontaria per i minori in grandi difficoltà.
A parte le prime ore di panico, non si è saputo più nulla e la Farnesina nonché la polizia del luogo hanno mantenuto un certo iter di segretezza e movimenti poco visibili – proprio per preservare la sua incolumità.
L’ipotesi del rapimento della giovane cooperante
Il Fatto Quotidiano, con l’inviato Massimo Alberizzi ha condotto una inchiesta molto particolare, che si basa sulla possibile ipotesi del suo rapimento.
La stessa è al vaglio degli inquirenti che stanno portando avanti l’indagine: la ragazza potrebbe essere stata fatta sparire nel nulla per vendetta a seguito di una denuncia.
Secondo quanto riportato nell’inchiesta, Silvia – alcuni giorni prima del suo rapimento – si sarebbe recata con due volontari alla stazione di polizia di Chakama.
Il suo obiettivo era denunciare un uomo per atteggiamenti particolari nei confronti delle bambine ospiti nel centro dove lei lavorava. La persona in questione è un pastore anglicano – Francis Kalama di Marafa – e la sua denuncia non ha portato da alcuna parte.
C’è anche un messaggio di Whatsapp della giovane cooperante, che conferma di aver avuto rassicurazioni sull’arresto dell’uomo e dei test di controllo su queste bambine (cosa non avvenuta).