Regina Elisabetta – la sovrana più longeva di tutti i tempi – sarebbe potuta morire per colpa di un colpo di pistola. Un documento secretato e ora reso pubblico.
Il tentato omicidio nei confronti della Regina Elisabetta ha lasciato gli inglesi – e non solo – sconcertati. Ma cosa è accaduto?
Una vita divisa tra famiglia e impegni reali
Nel momento in cui Re Giorgio è deceduto, una giovane ragazza determinata si è ritrovata a guidare tutto il Paese. Una donna amata e seguita negli anni che, ancora oggi, rappresenta una delle potenze mondiali ancora in essere.
Uno scettro molto difficile da passare, per chi come lei ha diviso la vita tra famiglia e impegni reali: quattro figli, nipoti e pronipoti che stanno mandando avanti le tradizioni. Il lutto per la morte della Regina Madre prima e poi quello di Lady Diana dopo, in qualche modo, hanno cambiato tutto.
Si racconta che Elisabetta non sia stata molto materna e che abbia badato di più al suo Paese e agli impegni di lavoro, anche se la verità la sanno solo i figli e i nipoti.
Nonostante tutto questo spunta un documento secretato e divulgato dai media, che parla di tentato omicidio ai danni della Sovrana.
Il tentato omicidio: emerge il documento secretato
Per capire bene tutto bisogna fare un salto indietro nel tempo sino al 1981, quando la Sovrana si è recata in Nuova Zelanda per uno dei suoi incontri. Un ragazzino si distingue tra la folla impugnando un fucile e le spara con l’intento di compiere una strage.
Tutte le persone presenti hanno creduto fossero i fuochi artificiali e la verità non viene divulgata ai media, ma secretata dai servizi segreti. Solo dopo anni Reuters decide di far emergere la verità raccontando il fatto:
“ha sparato per ucciderla”
Come descritto da Reuters, i documenti secretati dai servizi segreti della Nuova Zelanda descrivono il ragazzino come un adolescente di 17 anni. Christopher Lewis ha cercato di ucciderla con un colpo di pistola, mentre la Sovrana usciva dalla sua auto.
Lewis ha fallito la sua missione per aver impugnato male la sua arma e per essere ad una distanza notevole dal “bersaglio”. Il ragazzino era disturbato e non è mai stata mossa l’accusa di tentato omicidio oppure tradimento così da evitare ogni sorta di imbarazzo o gossip.