Riapertura: Prezzi beni alimentari, caffè e ortaggi in netto rialzo
Con la riapertura dei negozi di abbigliamento, centri estetici e parrucchieri si prospetta la possibilità che i prezzi per caffè, alimentari, centri estetici e parrucchieri possano rincarare vertiginosamente.
Come riporta il Corriere si sono registrati diversi rincari: una tazzina di caffè, che ex ante pandemia costava 1,10 euro, adesso ha un costo di 1,30 euro.
Anche il cappuccino ha subito un rincaro da 1,50 a 1,80 euro, anche le brioche da 1,00 a 1,20 euro.
Fortunatamente non tutti i bar, caffetterie e pasticcerie hanno rincarato i prezzi, ma c’è il rischio che possano aumentare i prezzi nei prossimi mesi.
Le associazioni dei consumatori parlano di una “batosta” per i cittadini italiani, già provati dal difficile scenario economico, dai licenziamenti, dalla Cassa Integrazione e dalla riduzione dell’orario di lavoro che avrebbe così ridotto il potere di acquisto delle famiglie.
Durante la fase del lockdown l’Antitrust aveva avviato un’indagine volta a segnalare i rincari al supermercato e meno promozioni rispetto al passato.
Secondo Federconsumatori si è assistito ad
“un rincaro molto più marcato dei beni alimentari e per la cura della casa e della persona, con aumenti che arrivano persino a segnare quota +35% rispetto ai normali prezzi applicati in questa stagione”.
Secondo un rapporto Ismea gli italiani hanno speso il 7% in più rispetto a prima con un’impennata del 18% dei consumi delle famiglie solo nel mese di marzo.
Rincari prezzi post pandemia Covid-19
Rincari per cavolfiori, carote e arance, mentre per zucchine e broccoli gli incrementi dei prezzi superano il +80%.
Più contenuti i rialzi per la frutta, dove al momento i rincari più sensibili si registrano per le arance, i cui prezzi all’ingrosso sono aumentati del +44,4%, come riporta Codacons.
Si registrano, inoltre, incrementi dei prezzi per i generi alimentari fino al 200% in un supermercato nel Torinese.
In un supermercato della catena Conad è stato rilevato che il prezzo del pane e olio sono raddoppiati e si registrano incrementi fino al 200%.
Conad ha proceduto alla risoluzione della licenza d’uso del marchio nei confronti del punto vendita nel Torinese.