La Procura di Roma ha aperto un fascicolo su un insegnante di un liceo del quartiere EUR, l’uomo è indagato per la morte di uno studente di 17 anni.
Gli inquirenti hanno raccolto la testimonianza di alcuni compagni di classe.
Umiliato pubblicamente in classe
Un docente di matematica di un liceo del quartiere Eur a Roma è sottoposto a indagine dalla Procura di Roma, per aver spinto al suicidio uno studente di 17 anni con problemi di apprendimento.
Il fatto è accaduto nel luglio 2019, il giovane si è tolto la vita nel garage della sua abitazione impiegando una corda. Un’annotazione su un registro e la testimonianza di alcuni compagni di classe hanno destato i sospetti degli inquirenti.
Come si legge anche su Notizie.it, il docente avrebbe più volte umiliato il giovane in presenza di tutta la classe. Oltre le prove raccolte presso gli altri compagni di classe ci sarebbe una nota, cancellata dopo il suicidio, in cui il professore di matematica, scrive una delle molte offese nei confronti del 17enne
“Vali meno di un bambino, il compito che hai sbagliato sarebbe stato una passeggiata anche per uno studente di seconda elementare”.
Il professore verrà ascoltato a breve dai magistrati. In un primo momento gli investigatori avevano visto il caso come un semplice suicidio, è stata la nota del professore così aspra nei confronti del ragazzo, sul registro elettronico che ha destato i loro sospetti.
La testimonianza dei compagni
A seguito delle informazioni raccolte, il docente è accusato di maltrattamenti. I compagni di classe diventati maggiorenni hanno spiegato agli investigatori, cosa accadeva nella loro classe.
La dura realtà dei fatti ha messo in luce l’impensabile, ovvero che l’insegnante umiliava e mortificava l’adolescente, che presentava problemi nell’apprendimento nel corso delle lezioni in classe.
Il ragazzo era assistito da un’insegnante di sostegno, ma il docente di matematica lo derideva di fronte ai suoi compagni di classe per i compiti che preparava con lei in previsione degli esami, che il docente considerava “inutili”.
Dopo tre giorni dal ricevimento della nota, il ragazzo si è ucciso.
Dagli inquirenti saranno valutate anche le posizioni degli altri insegnanti e della dirigente scolastica, si sospetta che fossero a conoscenza dei maltrattamenti, e che non abbiano vigilato e protetto lo studente dalle vessazioni del professore.