L’accusa ai danni dei genitori del ragazzo di Bologna citofonato da Salvini è quella di spaccio di sostanze stupefacenti.
E’ passato quasi un anno preciso dalla famosa scena del leader della Lega, Matteo Salvini, impegnato a citofonare un ragazzo di Bologna accusato di spaccio. Proprio quest’oggi però quelle accuse acquisiscono nuovo valore grazie all’arresto dei genitori.
Nell’abitazione di Bologna sono state rinvenute diverse sostanze
L’accusa ai danni di quest’ultimi, infatti, è quella di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Nonostante ciò il figlio, dalle prime indagini, risulterebbe estraneo a tutto ciò.
A causare l’arresto una perquisizione effettuata martedì 26 gennaio. Durante l’operazione gli inquirenti hanno trovato 13 grammi di cocaina, 170 grammi di marijuana e 384 grammi di hashish nonché tutta l’attrezzatura necessaria all’attività illegale, come un bilancino di precisione.
Non solo sostanze stupefacenti, nell’abitazione sono state trovate anche diverse armi. Nello specifico, oltre ad una pistola elettrica taser, anche una seconda pistola, una semiautomatica calibro 380 Acp con all’interno sei proiettili.
I due avevano in casa anche armi e banconote false
Inoltre sono stati trovati quasi mille euro in contanti oltre a 340 euro in banconote false. Al momento la donna, 58enne, si trova agli arresti domiciliari mentre suo marito, di un anno più grande, è in caserma in attesa del giudizio di convalida.
Ad insospettire gli inquirenti, e quindi far scattare le indagini, il pedinamento effettuato ai danni di un 39enne che si aggirava con fare sospetto nei pressi dell’abitazione di Bologna. Una volta salito nel palazzo l’uomo ne sarebbe uscito dieci minuti più tardi in possesso di cocaina come ha confermato agli agenti che l’hanno fermato.
Come detto, infine, il palazzo situato nel quartiere Pilastro di Bologna ebbe già una grossa attenzione durante la campagna elettorale per le regionali in Emilia Romagna quando Matteo Salvini citofonò all’abitazione.