I dati registrano un netto miglioramento e l’isola tira un sospiro di sollievo. Dal 16 gennaio, la data dell’introduzione della zona bianca, è la prima regione d’Italia ad accedervi.
In Sardegna le misure che disciplinano la vita economica e sociale sono più morbide già da oggi 1 marzo. Per esempio si può ritornare a cena fuori, secondo i vecchi orari. Ma altre attività e luoghi della socialità sono ancora serrati. Sarà l’andamento epidemiologico della prima settimana “bianca” a incidere sul corso di eventuali chiusure e aperture.
L’isola in bianco
È lontana l’ultima estate sarda, infuocata dalle critiche e dai focolai di covid-19.
Lo dicono i dati epidemiologici registrati nelle ultime tre settimane: il famoso Rt (l’indice che indica quante persone possono essere contagiate da una sola positiva) non solo è sceso sotto 1, ma per 21 giorni di seguito i conteggiati sono stati inferiori a 50 ogni 100.000 abitanti.
La Sardegna è così entrata da oggi nel cosiddetto scenario di “tipo 1” o “zona bianca”. C’è entusiasmo ma c’è anche molta prudenza.
Ritorno alla vita di sera
Il governatore Christian Solinas ha potuto allentare le norme, firmando un decreto che per una settimana ha introdotto nuove regole.
Per gli spostamenti la fascia oraria è ampliata: l’inizio è alle ore 5, come nel resto del Paese, mentre il ritorno a casa deve essere tassativo entro le 23.30.
Bar e pub potranno rimanere attivi fino alle ore 21, mentre i ristoranti ritornano agli orari propri della cena, la chiusura imposta è alle 23.
Gli spostamenti e le visite a casa di amici e parenti non sono più soggette a limitazioni.
A rimanere ancora serrati vi sono i centri sportivi, quelli commerciali nel weekend e i musei.
Infatti il passaggio verso una vita “normale” avverrà con gradualità. Le prossime scelte dipenderanno dal tracciamento dei dati sanitari nei primi sette giorni di marzo. Se saranno incoraggianti, si potrà passare a nuove aperture.
Sarà poi cruciale stabile la modalità per entrare sull’isola. Probabilmente potranno accedere solo coloro che potranno certificare l’avvenuto vaccino oppure il risultato del test al covid-19 negativo.