Luigi Di Maio si rivolge ai partiti, chiedendo di non mettere il proprio marchio sulle manifestazioni di piazza delle Sardine
L’invito di Luigi Di Maio ai partiti: “Non mettete i cappelli sulle Sardine” e assicura che il M5s non lo farà.
Cos’è il movimento delle Sardine?
È diventato un vero e proprio movimento di coscienza anti-populista quello delle Sardine. Un nome leggero per indicare un fenomeno di attivismo politico che, in breve tempo, ha coinvolto migliaia di persone.
Tutto è nato quando Mattia Santori, un 31enne bolognese, ha lanciato un flash-mob su Facebook, per radunare 6.000 persone in piazza Maggiore a Bologna. L’intento iniziale era quello di contrastare l’arrivo di Matteo Salvini al Paradozza di Bologna, per sostenere la candidata Lucia Borgonzoni.
Mattia Santori scrive che i partecipanti al flash-mob in piazza dovranno stringersi come delle sardine per superare i 5.570, che è il numero massimo di persone che il Paladozza possa contenere.
Le sardine nella piazza bolognese diventano 15.000 e in poco tempo si delinea anche il loro manifesto: la lotta contro il populismo.
L’appello di Luigi Di Maio
In risposta ad un movimento sempre più partecipativo, il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, lancia il suo appello ai partiti.
“Nessuno metta il cappello sulle piazze delle sardine”
è il monito del leader pentastellato, lanciato al termine dell’incontro tenutosi a Bologna con dirigenti e attivisti del Movimento 5 Stelle.
Un grande movimento di partecipazione, come lo ha definito lo stesso Di Maio, che ha assicurato la non volontà del Movimento di mettere il proprio marchio sulle manifestazioni in piazza delle Sardine.
L’idea del Ministro è che aderire ai valori e alle idee del movimento delle Sardine non voglia dire, per forza, aderire ad un partito. Intanto, il Movimento 5 Stelle si prepara alle elezioni in Emilia-Romagna, dopo che gli iscritti alla piattaforma Rousseau hanno espresso il loro parere favorevole alla partecipazione in solitaria dei pentastellati.